Muore di setticemia dopo un ascesso, la famiglia: “Se c’è un responsabile dovrà pagare”
La famiglia chiede che venga fatta giustizia: “Se c’è un responsabile, dovrà pagare”
Un calvario lungo settimane per un ascesso dentale degenerato in setticemia. È morto così Francesco Santoro, 46 anni, di Palermo.
Dal mal di denti alla setticemia, il calvario di Francesco Santoro
Secondo l’ultima ricostruzione dei fatti, il 17 marzo scorso Francesco Santoro avrebbe accusati dei dolori alla mascella, decidendo di rivolgersi al proprio medico curante. Dopo alcuni giorni, si sarebbe anche rivolto all’ospedale Villa Sofia di Palermo. Dopo la visita di uno specialista di Odontostomatologia, sarebbe stato dunque dimesso con una prescrizione di farmaci da assumere come terapia. Due giorni dopo, recatosi per un’altra visita in un centro dialisi di Palermo, i medici si accorsero di una grave infezione in corso. Il 24 marzo è stata quindi la volta del ricovero in codice giallo. Il 7 aprile la morte per setticemia, stando alla cartella clinica. La famiglia chiede adesso giustizia e chiarezza su quanto accaduto e ha presentato un esposto. “Se c’è un responsabile, dovrà pagare”.
Il ricordo di Francesco: “Troppo buono e disponibile con tutti”
Sono in tantissimi a ricordare Francesco, rimasti profondamente addolorati e scioccati per la sua scomparsa che non trova ancora risposte certe. Un uomo descritto da tutti disponibile e generoso, colonna portante della propria famiglia e zio amorevole con i nipoti.
“Un ragazzo troppo buono e disponibile con tutti. Amava le sue sorelle e da quando era morto suo padre era cambiato molto, lo vedevo molto triste perché gli mancava la spalla che lo aiutava molto nel percorso della sua malattia Ciao Ciccio proteggi i tuoi cari e noi tutti, ti ho voluto bene e te ne vorrò sempre”.
“Che bruttissimo risveglio.. no Francesco non dovevi andare via così presto… ho avuto il privilegio di conoscerti. Eri una persona buona ma la vita ha voluto prendersela con te.. ora potrai riabbracciare il tuo meraviglioso papà. Ti ho voluto bene veramente. Fai buon viaggio”