Muore Massimo Bellomo, giornalismo siciliano in lutto
Aveva 59 anni. Da tempo lottava contro una malattia che lo ha portato via. Un gentiluomo della carta stampata
Massimo Bellomo Ugdulena non ce l’ha fatta. Sono la moglie Maria Giovanna e i figli Daniele e Marco a darne l’annuncio attraverso il suo profilo social, poco dopo le 14 di oggi. “Papà ha lottato fino all’ultimo come un leone con tutte le forze, sostenuto dal nostro e dal vostro immenso amore. Va via sereno con noi sempre al suo fianco e con voi sempre costantemente presenti nel cuore”.
Ha lottato finché ha potuto, ma se n’è andato dopo una lotta ad armi impari contro una brutta malattia. 59 anni, giornalista professionista, è stato per anni all’ufficio stampa della Provincia di Palermo, ed era in ultimo la “voce mediatica” dell’Azienda Ospedaliera “Ospedali Riuniti Villa Sofia – Cervello” di Palermo.
Ha curato per anni anche lo sport: pallanuoto, sua grande passione; baseball, dove per anni è stato l’addetto stampa della federazione regionale; pallavolo, l’ultima volta con la Polisportiva Futura Palermo.
Non c’è una persona che abbia un ricordo distorto. Era davvero impeccabile, umile, preparato. La disponibilità e la generosità hanno contraddistinto le sue doti umane, sia nel lavoro che nella vita privata. E’ un profondo lutto per il giornalismo palermitano, ma anche siciliano, che perde un elemento di grande spessore. Era tesoriere dell’associazione siciliana della stampa.
Era davvero un uomo ed un professionista di altri tempi, nel vero senso della parola. Poi la malattia, le terapie a cui si era sottoposto. Solo negli ultimi tempi aveva messo di lato la sua missione giornalistica, con grande dignità.
In queste ore la sua bacheca virtuale è una vera e propria veglia virtuale. Tanti amici, colleghi, che lo ricordano con un minimo comune denominatore: una bella persona. “L’ho conosciuto tanti anni fa ma ricordo bene la sua semplicità. Una gentilezza e cordialità difficili da trovare nella nostra quotidianità“, è solo uno dei tantissimi messaggi. Ciao Massimo, è solo un arrivederci.