La Sicilia è rimasta in zona arancione. La cabina di regia ha riscontrato per l’Isola un indice Rt a 1,14, in calo dall’1,8 della settimana precedente. In questa situazione la giunta Musumeci si muove seguendo due obbiettivi. Il primo è quello di evitare un abbassamento della tensione, e quindi scongiurare gli assembramenti nei giorni festivi: per questo ha bloccato i negozi nei giorni festivi. Il secondo invece mira a ridurre gli arrivi dalle regioni con un rischio più alto. Per questo, come riportato da Repubblica, Musumeci vuole ridurre in Sicilia gli arrivi di aerei e navi. «A Roma — spiegano fonti di Palazzo d’Orléans — viene chiesto di non rovinare il risultato raggiunto, lasciando liberi gli spostamenti da parti del Paese che stanno peggio. Comunque, al momento, i viaggi per motivi di lavoro sono garantiti ».
Quindi ripetere le limitazioni attuate in primavera: scoraggiare i passaggi da altre regioni verso la Sicilia, riducendo i voli e i traghetti. Poiché in questa materia il Governo regionale non ha il potere di intervenire direttamente, per attuare questo piano, servirà, come in aprile, un decreto di Speranza e della ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli. Questa restrizione andrebbe nella stessa direzione volute dell’ultima ordinanza di Musumeci, con il ritorno alle chiusure domenicali. Ricordiamo che l’ordinanza firmata alla fine del mese scorso, impediva ai negozi di aprire nel pomeriggio dei giorni festivi. Da domani, invece, scatterà la serrata assoluta, esattamente come accadeva durante il lockdown primaverile.
Quest’ultima decisione ha provocato molte tensioni, anche nella stessa maggioranza. Repubblica riporta il malumore di Totò Lentini, di “Ora Sicilia”: «L’ultima ordinanza emanata dal presidente della Regione, che prevede per la Sicilia la chiusura dei negozi la domenica e nei giorni festivi manifesta evidenti tratti di illogicità. Che rischiano di devastare alcuni comparti già messi in ginocchio dalla pandemia. Al presidente Musumeci chiedo chi gli abbia suggerito la chiusura di bar e pasticcerie la domenica e nei festivi, momenti fondamentali in cui queste attività concentrano buona parte del proprio processo di produzione e vendita».