Circa una settimana fa il presidente della Regione Nello Musumeci aveva preso di mira i dipendenti regionali, definendoli anziani e improduttivi, non funzionali a rendere efficiente la macchina regionale. Inoltre li aveva anche accusati di non essere digitalizzati. E invece in pochi giorni ha cambiato idea. Anzi vuole avviare una “riorganizzazione del personale”, che si traduce in promozioni di massa e in una redistribuzione fra uffici. Per questo ha avuto un incontro con l’assessora alla Funzione pubblica Bernardette Grasso, la segretaria generale Maria Mattarella, il capo di gabinetto della presidenza Vitalba Vaccaro, i dirigenti generali dei dipartimenti della Funzione pubblica, Agricoltura e Beni culturali Carmen Madonia, Dario Cartabellotta e Sergio Alessandro, il capo dell’Ufficio legislativo e legale Giovanni Bologna e il presidente dell’Aran Sicilia, Accursio Gallo.
AVVIATO IL PERCORSO CHE TENDE A PREMIARE IL MERITO
In una nota proveniente da Palazzo d’Orleans è scritto che “Il governo regionale, in coerenza con la direttiva già emanata dopo il suo insediamento nel 2018, esaurita la fase del rinnovo contrattuale del comparto, intende procedere con la riclassificazione del personale dipendente. Dopo avere reperito le necessarie risorse finanziarie, è stato avviato il percorso che tende a premiare il merito, consentendo così un adeguato utilizzo dei dipendenti in ragione del proprio titolo di studio e delle professionalità acquisite”. In altre parole i dipendenti regionali, che fino ad adesso sono divisi in quattro classi, vengono accorpati in tre, promuovendo a quella superiore chi si trova più in basso.
SPIAZZATI I SINDACATI
Questa novità ha spiazzato i sindacati, che dopo gli attacchi della scorsa settimana, avevano convocato per lunedì una manifestazione contro il governatore. È stata indetta da Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Cobas Codir e Sadirs. Inoltre il Siad Cisal ha iniziato a raccogliere le adesioni per una querela collettiva. Come riportato da Repubblica, Dario Matranga e Marcello Minio del Cobas Codir hanno dichiarato: «Fino a quando Musumeci non convocherà le organizzazioni sindacali, non ritiriamo la protesta».