E’ ancora polemica sui risultati del voto per i grandi elettori del Capo dello Stato. Per la Sicilia sono stati votati Gianfranco Miccichè di Forza Italia; Nunzio Di Paola del M5s e Nello Musumeci (Db), giunto terzo con 29 voti, “tradito” dunque da alcuni franchi tiratori della maggioranza, avendo avuto meno preferenze rispetto al numero complessivo degli onorevoli di centrodestra. Un segnale dai partiti di cdx che sostengono la sua giunta, a pochi mesi dalle elezioni regionali.
Il governatore non solo ha ricevuto 15 voti in meno di Miccichè come grande elettore, ma è arrivato persino alle spalle di Nunzio Di Paola del M5s, che oltre ai voti del suo gruppo e del Pd ha avuto anche quelli dei falchi del centrodestra. Un esito che ha acceso gli animi di Musumeci e dei suoi, che hanno ritenuto gravissimo lo strappo di un pezzo di centrodestra con i franchi tiratori.
Il presidente, la sera stessa in una diretta Facebook ha minacciato a caldo le dimissioni per lo sgambetto di alcuni che non lo hanno votato come grande elettore dando il loro consenso al candidato del M5s Nunzio Di Paola. Il tutto annunciando l’azzeramento della giunta definendo quei parlamentari “disertori, “ricattatori”, “scappati di casa”, “vili”, pavidi”.
Tanti politici i politici che hanno appreso dal social network la scelta del governatore di azzerare l’esecutivo e che, invece, avrebbero voluto prima un confronto per analizzare quanto accaduto in Assemblea regionale. Fra questi anche il presidente della direzione regionale del Partito democratico in Sicilia, Antonio Ferrate. “Musumeci – dice ai microfoni di Prima Radio – durante la diretta serale di mercoledì 12 gennaio ha dichiarato delle cose gravissime. Mi aspetto che, adesso, il presidente della Regione dica, non solo in aula, ma anche ai cittadini tutti cosa intendeva con le parole: «intimidazione, ricatto e proposte irricevibili».
“Io credo che il presidente, adesso, debba dare conto e ragione di quello che ha detto anche per mantenere il decoro o “l’igiene” – come ha dichiarato lui stesso. E’ un fatto di una gravità inaudita. Musumeci ci faccia capire, anzi, mi aspetto che LO FACCIA, altrimenti la cosa diventa doppiamente grave… Rischia di dimostrarsi anche più debole se – domani – come aveva promesso lui stesso non cambierà la Giunta e la maggioranza”.
“Se domani tutto resterà com’è – continua Ferrante – le cose sono due: o il presidente della Regione sta cedendo ai ricatti oppure non so. Ci aspettiamo che Musumeci venga in aula – conclude – e dica a noi ed ai siciliani quali minacce ha subito”.