Mutuo, cornuto e mazziato: lo paghi tutto ma in casa non ci vivrai mai | La legge parla chiaro

Mutuo - fonte pexels - palermolive.it

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Quando si acquista una casa in due bisogna sperare che sia per sempre, se la coppia si lascia il mutuo diventa un problema

Acquistare una casa rappresenta spesso un momento di grande felicità per una coppia. È un passo importante, simbolo di stabilità e progettualità comune. Tuttavia, quando l’amore finisce, ciò che un tempo era un sogno condiviso può trasformarsi in una fonte di complicazioni e tensioni, soprattutto se si è scelto di acquistare insieme l’immobile ma il mutuo è intestato a uno solo dei due. In questi casi, la gestione della proprietà diventa una questione tanto legale quanto emotiva.

Spesso accade che una coppia decida di cointestare la casa ma, per motivi di reddito o praticità, intestare il mutuo solo a uno dei due partner. In apparenza, la decisione non sembra porre problemi: uno paga il mutuo, entrambi godono della casa. Ma in caso di separazione, questa scelta può rivelarsi problematica. Chi ha firmato il mutuo è legalmente obbligato a pagarne le rate, anche se l’altro continua ad abitare nella casa.

Quando la relazione finisce, la persona intestataria del mutuo potrebbe trovarsi a dover continuare a sostenere le spese senza più l’appoggio del partner. Nel frattempo, l’altro potrebbe rimanere nell’immobile, magari con i figli, senza contribuire ai pagamenti. La legge tutela il creditore, non la coppia, quindi eventuali ritardi o inadempienze nel pagamento ricadono interamente su chi ha firmato il contratto, con il rischio di compromettere anche la stabilità patrimoniale dell’altro coniuge.

La tipologia di regime patrimoniale scelto dalla coppia incide notevolmente sulla gestione dell’immobile in caso di rottura. In regime di comunione dei beni, l’immobile resta intestato a entrambi, indipendentemente da chi ha pagato il mutuo. Con la separazione dei beni, invece, ciascuno mantiene la quota per cui ha contribuito all’acquisto, salvo accordi diversi. Tuttavia, queste regole possono venire sovvertite dalla presenza di figli.

Quando ci sono figli di mezzo, decide il giudice

In presenza di figli, la casa familiare viene spesso assegnata al genitore affidatario, a prescindere dalla proprietà e dall’intestazione del mutuo. Questo significa che anche chi non è più residente nella casa potrebbe essere costretto a continuarne il pagamento, senza poterla né abitare né mettere in vendita. Una situazione che può risultare frustrante e difficile da gestire, soprattutto a livello emotivo.

Per evitare lunghi contenziosi, una delle soluzioni più pratiche è la vendita dell’immobile. In questo modo, si può saldare il mutuo residuo e dividere l’eventuale guadagno in base alle quote di proprietà. Tuttavia, vendere una casa non è sempre semplice, soprattutto se uno dei due si oppone o se l’immobile è occupato da figli minori.

Mutuo - fonte pexels - palermolive.it
Mutuo – fonte pexels – palermolive.it

La questione fiscale non va sottovalutata

Un altro aspetto spesso trascurato è quello fiscale. Solo chi è intestatario del mutuo ha diritto alla detrazione degli interessi passivi nel 730. L’altro, pur essendo proprietario della casa, non potrà beneficiare di alcun vantaggio fiscale. In caso di separazione, questa disparità può generare ulteriori tensioni, soprattutto se la casa continua a essere abitata da chi non contribuisce al pagamento del mutuo.

In queste situazioni complesse, rivolgersi a un buon avvocato o a un consulente esperto può fare la differenza. Non sempre è possibile risolvere la questione in modo amichevole, ma conoscere diritti e doveri aiuta a prendere decisioni più consapevoli e meno impulsive. Quando una casa diventa terreno di scontro dopo una separazione, solo la razionalità e il supporto professionale possono evitare che il sogno comune si trasformi in un incubo legale.