Nasce a Palermo la prima Accademia di Teatro Buffo d’Italia

Satira, gusto della burla, ricerca del ridicolo e del grottesco come essenza della tradizione popolare. È la prima scuola di teatro in cui si insegna anche il siciliano. Tra i docenti Stefania Blandeburgo e Bibi Bianca.

ACCADEMIA DI TEATRO BUFFO

Dal Decamerone siciliano ai cunti del Pitré con i tempi, le smorfie e i ritmi tipici del cabaret. Da un’idea di Bibi Bianca, nasce a Palermo la prima Accademia di Teatro Buffo d’Italia. Un teatro antico dai ritmi veloci realizzato in chiave moderna, senza pause né per gli attori né per il pubblico, che in sala verrà travolto da un vortice di battute, dialoghi, scene, storie, beffe e lazzi.

Il 10 e 12 ottobre, al numero 10 di via Mura di San Vito, l’appuntamento alle 19.30 con uno stage gratuito; dal 24 ottobre il via alle lezioni. Tra i corsi – a numero chiuso, per adulti e ragazzi – anche lezioni di siciliano, scritto e parlato. “Lavoreremo su racconti siciliani del 300, 400 e 500, parte di un patrimonio culturale e storico inestimabile – spiega Bibi Bianca – anche per questo si studierà il siciliano: i cunti devono essere fatti nella lingua in cui sono stati scritti”.

A PALERMO LA PRIMA ACCADEMIA DI TEATRO BUFFO D’ITALIA

L’inaugurazione ha visto alternarsi sul palco, nel cortile dell’ex scuola elementare Ugdulena, l’assessore alla cultura Giampiero Cannella, il maestro e attore Bibi Bianca e i docenti del corso. Si va da Stefania Blandeburgo, che curerà le ore dedicate alla dizione, a Giorgio Barone che porterà gli aspiranti attori a scuola di siciliano, scritto e parlato. E ancora, Daniela Lo Cascio, con la sua performance body art, indispensabile tanto quanto la cura della voce, e Roberto Mannino, maestro di cabaret.

“Questa esperienza promossa da Bibi Bianca e Stefania Blandeburgo valorizza l’identità siciliana con la riscoperta del dialetto, in questo caso vera e propria lingua sconosciuta ai più ma molto antica”. Così ha dichiarato l’assessore alla cultura del comune di Palermo, Giampiero Cannella. “L’accademia del buffo pone l’attenzione su una forma teatrale radicata nella cultura e nella tradizione italiana. È importante soprattutto per le giovani generazioni trasmettere la conoscenza di una forma teatrale che ha avuto poi declinazioni diverse nella commedia dell’opera, nel cabaret, in varie altre espressioni contemporanee ma anche il richiamo alle radici e alle origini della nostra splendida Sicilia”.

Bibi Bianca e l’assessore Giampiero Cannella

“RISVEGLIO CULTURALE INCORAGGIANTE”

“Per noi artisti dopo la pandemia è fondamentale il sostegno del pubblico. Assisto nella mia città a un risveglio culturale che ci incoraggia“. Così ha dichiarato l’attrice e doppiatrice palermitana Stefania Blandeburgo. A chi sogna di diventare attore dice: “Bisogna studiare, studiare e studiare. Si dice sempre che i tempi comici bisogna averli dentro. È vero: bisogna avere un talento comico ma bisogna anche imparare un controllo tecnico ed è la scuola a darlo. Far ridere è una cosa estremamente seria“.

“Non c’è bisogno di andare lontano – aggiunge -. A Palermo ci sono delle realtà didattiche e pedagogiche artistiche che incoraggiano a prendere seriamente questo percorso”.

Stefania Blandeburgo

L’ACCADEMIA DI TEATRO BUFFO NEL CUORE DEL CAPO

Da Plauto e Terenzio a Ludovico Ariosto. Nella storia dello sviluppo dell’opera lirica, la buffa si contrappone all’opera seria – costoso intrattenimento per sovrani e nobili – perché vanta l’obiettivo di trasformare l’opera in un genere in cui la gente comune possa notare una propria somiglianza con i personaggi e immedesimarsi. Prima con i tentativi di comico, poi con la giulleria, il teatro buffo consisteva spesso in scene di breve durata eseguite negli intervalli dell’opera seria. Ma a tracciarne la vera definizione saranno le commedie di Bibbiena, Machiavelli e Ruzante. Il teatro buffo raggiungerà infatti il suo massimo splendore nell’epoca rinascimentale con la Mandragola di Machiavelli, capolavoro del teatro cinquecentesco.

Già autore e attore, Bibi Bianca scopre il Teatro Buffo nel 1996 e ne rimane affascinato. Documentandosi sulle favole raccolte dal Pitrè, Opera Buffa e Storie di Cavalieri Filtri ed Amori, scrive quindi il Decamerone Siciliano.

“Ai tempi, lessi il Pitré e mi innamorai dei cunti – racconta Bianca – con il Decamerone facemmo tournée e spettacoli. Mi innamorai sulla scena: i racconti di Pitré teatralmente riescono molto bene”. Poi, sotto forma di fiction, la trasposizione degli spettacoli su un circuito regionale di emittenti private e le parodie a puntate di L’Armata Biancaleone, I Promessi Sposi e I Tre Moschettieri. Nel 2012, in Brasile, il suo primo laboratorio di buffo. Con una compagnia di attori porterà in scena, al Teatro Riedi di Palotina, i racconti siciliani in lingua portoghese.

Adesso l’opera buffa sbarca a Palermo nel cuore del Capo. Ragazzi e adulti studieranno per imparare una tradizione di immagini, burle, versi e ballate. Tra i corsi: quello di cabaret con Roberto Mannino, performance body art con Daniela Lo Cascio, lingua siciliana scritta e parlata con Giorgio Barone, dizione con Stefania Blandeburgo e recitazione con Bibi Bianca.

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