Nasce la Soprintendenza del Mare nazionale sul modello siciliano
Il modello della struttura ideata da Sebastiano Tusa ha ispirato la creazione dell’ente che si occuperà in tutta Italia della tutela e della valorizzazione del patrimonio di archeologia subacquea
La nascita di una Soprintendenza nazionale che tuteli il mare, e che finalmente gestisca l’archeologia subacquea in modo unitario in tutta Italia, è già di per sé una buona notizia. Ma per noi siciliani, il vero motivo di orgoglio è che la nuova struttura si ispira alla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, creata da Sebastiano Tusa nel 2004 e che è stata la prima e l’unica realtà pubblica del mondo ad occuparsi della tutela del mare in tutti i suoi aspetti.
UN GRANDE RISULTATO
A noi addetti ai lavori che abbiamo seguito fin dall’inizio le lunghe e articolate fasi della creazione della nuova Soprintendenza nazionale, ha molto colpito – e certamente emozionato – la premessa di tutti i disegni di legge in cui si citava la struttura siciliana come modello cui ispirarsi e da prendere come riferimento di best practices. Un grande risultato e un grande tributo alla geniale intuizione di Sebastiano Tusa, anima e motore della Soprintendenza del Mare siciliana.
NAPOLI E VENEZIA PROSSIME SEDI
La nuova Soprintendenza nazionale nasce in seno al Ministero per i Beni Culturali e si occuperà di attività di tutela, gestione e valorizzazione del patrimonio culturale subacqueo. La sua sede è a Taranto ma sono già previste due ulteriori sedi operative a Napoli e a Venezia per coprire le attività di tutela per il Tirreno e per l’Adriatico.
UN VASTO PATRIMONIO
Barbara Davidde, archeologa subacquea con una grande esperienza alle spalle, è la nuova Soprintendente. Direttrice del Nucleo Interventi per l’Archeologia Subacquea dell’Istituto Centrale per il Restauro è funzionaria archeologa presso l’Istituto Centrale per l’Archeologia; inoltre, è membro dello STAB, il comitato tecnico scientifico dell’UNESCO per la Convenzione del 2001 sulla Protezione del Patrimonio Culturale Subacqueo, nonché docente di Archeologia Subacquea presso l’Università di Roma Tre. A lei, che da anni si occupa di patrimonio sommerso del mare, viene affidata la delicata gestione di un patrimonio molto vasto che insiste su circa 8000 chilometri di costa, e con una articolazione molto complessa da strutturare. Un momento di grande svolta per la tutela del patrimonio archeologico subacqueo.
IL PRIMATO MONDIALE DELLA SICILIA
In Sicilia, la nascita di un Ente apposito circa vent’anni fa, cambiò radicalmente la percezione del mare e dell’archeologia subacquea non solo nei siciliani, ma anche nel panorama italiano e internazionale. Le molteplici attività messe in campo fin dal 2004, hanno stimolato un diverso approccio verso il delicato tema della tutela e della conservazione del patrimonio sommerso. Inoltre, la corretta applicazione della convenzione Unesco sulla protezione del patrimonio culturale subacqueo del 2001, ha prodotto la creazione di 21 itinerari culturali subacquei in tutti i fondali della Sicilia: un primato mondiale che ha aperto una nuova strada nella fruizione dei beni culturali sottomarini e che ha accresciuto la sensibilità verso il tema del mare, della sua protezione, della sua tutela. Per quasi un ventennio la Sicilia è stata leader nel mondo realizzando decine di campagne di scavo e ricerca subacquea, instaurando collaborazioni con le più prestigiose istituzioni internazionali.
LA TUTELA DEL SESTO CONTINENTE
Benvenuta quindi nuova Soprintendenza del Mare. Oggi il processo di tutela del “sesto continente” segna un passo importante, strutturando in tutto il territorio nazionale una realtà che certamente saprà implementare un processo virtuoso per valorizzare il ricco patrimonio marino che tanto ha contribuito alla conoscenza della nostra storia, e che tanto ancora ci rivelerà.