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Naufragio Bayesian, il capo della squadra di sommozzatori: “Ho rivissuto il film della Concordia”

“L’intervento nel relitto del Bayesian mi ha ricordato il naufragio della Concordia“. Ha parlato così ai cronisti a margine della conferenza stampa di stamani a Termini Imerese Giuseppe Frison, capo della squadra di sommozzatori dei vigili del fuoco intervenuta al largo di Porticello dopo il drammatico naufragio.

L’intervento ha riportato alla memoria quello sulla Costa Concordia, naufragata nella notte tra il 13 e il 14 gennaio del 2012, a cui spesso in questi giorni il veliero è stato paragonato. “Nelle cabine sembrava di rivivere le stesse sensazioni – ha detto Frison -. Qui avevamo la variante della profondità che riduceva i nostri tempi di lavoro. Per me è stato come rivivere quel film, in modo più piccolo ma anche più intenso. All’interno lo scenario era molto simile. Avevamo difficoltà a proseguire perché i mobili, essendosi ribaltati, ci impedivano di proseguire in modo sicuro. Ma abbiamo lavorato con la nostra sistematicità che abbiamo imparato proprio in quell’intervento, dove le dimensioni erano grandissime”.

“Le emozioni non hanno un interruttore”

“Siamo dei professionisti ma le emozioni non hanno un interruttore che si può accendere o spegnere con un clic. Tutti noi abbiamo figli, fratelli, sorelle…”. A parlare così all’Adnkronos è Orlando Di Muro, uno dei sommozzatori dei vigili del fuoco che ha preso parte alle ricerche dei dispersi.

“Siamo dei professionisti, siamo formati e addestrati per lavorare in scenari spesso catastrofici, ma non per questo non ci lasciamo prendere dalle emozioni personali. Operiamo in modo sistematico, ma restiamo pur sempre delle persone”, ha aggiunto. “Non possiamo restare insensibili, nello scoprire dietro una porta una fotografia o un capo di abbigliamento di persone su cui noi in un modo o un altro proiettiamo la nostra vita – ha proseguito -. Ripeto, abbiamo tutti figli, fratelli, sorelle e scenari come questi sono normali. Ma noi affrontiamo queste situazioni con il dovuto distacco che ci è dato dal lavoro. Ognuno adotta delle tecniche personali per non lasciarsi coinvolgere nel momento del lavoro, il momento dell’immersione”.

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Redazione PL