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Naufragio di Porticello, individuati due corpi all’interno del Bayesian

Proseguono a Porticello le ricerche dei sei dispersi a seguito del naufragio del Bayesian. Stando agli ultimi aggiornamenti, due corpi sarebbero stati individuati dai soccorritori all’interno del veliero.

Intanto i magistrati stanno via via sentendo tutti i sopravvissuti del naufragio all’interno del resort Domina-Zagarella. Sarebbe durato oltre due ore – secondo quanto appreso da ANSA – l’interrogatorio di James Catfield, il 51enne comandante del veliero affondato a mezzo miglio da Porticello poco prima dell’alba di lunedì scorso. I pm della Procura di Termini Imerese lo hanno ascoltato ieri fino a tarda sera al fine di ricostruire le fasi drammatiche dell’inabissamento e per acquisire dettagli tecnici utili alle indagini.

Naufragio di Porticello, evento temporalesco con più vittime dal 1970

“Dalle statistiche a disposizione del gruppo di lavoro Pretemp, composto da ricercatori e studiosi che monitorano i temporali forti in Italia dal 2015, questo è potenzialmente l’evento temporalesco che ha causato il maggior numero di vittime dal 1970, escludendo le alluvioni”. A dirlo è Francesco De Martin, studente di dottorato dell’Università di Bologna e co-fondatore di Pretemp.

Un evento noto con più alto tasso di morti è quello occorso l’11 settembre 1970 tra Padova e Venezia. Allora un tornado causò 36 morti, di cui 21 a causa del rovesciamento di un vaporetto a Venezia.

“Dalle analisi del materiale pubblico non è chiaro se nel caso del naufragio di Porticello si sia trattato di un tornado, ossia di una colonna d’aria rapidamente rotante associata a un cumulonembo, oppure di un downburst, ossia di forti raffiche di vento lineari associate al temporale”, dice Federico Pavan, studente dell’Università di Venezia che coordina la raccolta dei report di danni dovuti ai temporali in Italia. I dati raccolti da Pretemp sono poi inviati all’European Severe Storm Laboratory, risultando la sorgente ufficiale di dati di danni da temporali per il nostro Paese.

Video di sorveglianza, webcam, dati da satellite e testimonianze riportate nei mass media corroborano sia l’ipotesi del downburst che del tornado, senza escluderle. I testimoni parlano del passaggio di una “tromba marina”; i video riportano raffiche di vento molto intense e brevi ma unidirezionali. “Mentre in Italia il numero di tornado è circa il 13% rispetto al numero totale di danni da vento complessivi, in Sicilia i danni da tornado sono più frequenti, pari al 27% rispetto al totale”, evidenzia Nicola Carlon, cofondatore di Pretemp e meteorologo. Sull’isola si osservano anche molte trombe marine: mediamente 38 all’anno.

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Redazione PL