Naufragio sul Lago Maggiore: una missione di 007 per controllare oligarchi russi

Le venti spie sopravvissuti al naufragio, appartenenti all’Agenzia informazioni e sicurezza esterna, sono scomparsi dalla scena nel più completo anonimato

Ancora tutta da definire la Spy Story del naufragio sul Lago Maggiore. Per comprendere una presenza di 007 dei servizi segreti italiani e israeliani la cui gita domenica 28 maggio è culminata con il naufragio nel lago Maggiore, ed è costata la vita a 4 persone, è necessario tenere presente il contesto e i luoghi i cui il gruppo degli operativi presente da alcuni giorni, avevo organizzato il pranzo all’isola dei Pescatori, davanti a Stresa. Abbigliamento casual con bermuda e cappellini, per passare inosservati, e confondersi per un pranzo forse di fine missione.

Ma quale missione? Occorre considerare che il lago Maggiore è diventato negli ultimi anni il terminale di grossi investimenti immobiliari di oligarchi russi, molti dei quali vicini a Putin. Alberghi a 7 stelle nella zona  tra Pallanza Baveno e Stresa,  tutti ristrutturati, con ingenti somme di denaro.  In un luogo discreto e strategico lo stesso tempo. Per la vicinanza della Svizzera, le banche di Lugano e la sempre più attrattiva Milano. Una buona base operativa, insomma, da cui seguire eventuali spostamenti di personaggi russi nel tentativo di aggirare le sanzioni per trasferire denaro.

Possibile scambio di informazioni militari

Ma non viene esclusa la missione di scambio di informazioni militari. Sulla sponda opposta del lago, nella provincia di Varese a Sesto Calende, vicino al luogo dove poi è avvenuta la tragedia, sorge Leonardo, la fabbrica di elicotteri Westland. Oltre alla scuola di piloti. Luoghi più che sensibili, che potrebbero giustificare una così alta presenza di 007 in chiave collaborativa. Ma la Spy Story declassata a cronaca, ha evidenziato il loro punto debole: l’aver ignorato l’ultimo scenario possibile. Quello di un incidente che avrebbe svelato la loro presenza. Costringendo i superstiti ad una precipitosa sparixione, per conservare l’anonimato.

Scomparsi nell’anonimato tutti gli 007 sopravvissuti al naufragio

Infatti non si conoscono assolutamente i nomi dei venti sopravvissuti, la stragrande maggioranza appartenenti all’Agenzia informazioni e sicurezza esterna. Gli agenti del Mossad israeliani sono stati rimpatriati con un jet privato usato per voli sensibili ufficiali, precipitosamente arrivato a Milano nella mattinata del giorno dopo l’incidente. Nelle abitazioni che avevano preso in affitto non ci sono più tracce del loro passaggio, così come non ci sono documenti di chi, tra gli agenti segreti italiani e israeliani, è stato medicato e subito dimesso dagli ospedali della provincia di Varese.