Economia

Nel 2022 ci saranno pensioni più ricche, con aumenti medi di circa 300 euro

Da gennaio 2022 per effetto dell’inflazione, sono in arrivo gli aumenti delle pensioni, con un effetto benefico per le tasche degli interessati. Le rivalutazioni degli assegni delle pensioni terranno conto del costo della vita, lievitato per effetto della crescita dell’economia in questa seconda metà dell’anno. Lo scorso anno le pensioni sono rimaste invariate, questo perché l’inflazione presunta nel 2020 era negativa. Gli italiani che nel 2022 beneficiare dell’aggiornamento dell’assegno pensionistico mensile saranno oltre 22 milioni. Questo adeguamento graverà per circa quattro miliardi di euro sulle casse dell’Inps. Avverrà sulla base dei prezzi al consumo, che nelle prossime settimane verranno resi noti dall’Istat. Alla rivalutazione degli assegni previdenziali provvederà non solo l’Inps, ma anche gli altri istituti pensionistici.

L’AUMENTO VARIERÀ CON LA FASCIA DI APPARTENENZA

La rivalutazione della pensione non sarà uguale per tutti. Varierà tenendo conto della fascia di appartenenza di ciascun pensionato. Stando ad alcune stime circolate in queste ore, è in arrivo un extra di circa 300 euro all’anno per chi oggi incassa intorno ai 1.500 euro al mese. Questo significa che il pensionato di questa fascia, a partire da gennaio 2022, vedrà la propria pensione aumentata di 25 euro al mese. Ovviamente si tratta di una cifra lorda. Questi aumenti sono dovuti al fatto che è necessario compensare l’incremento dei prezzi. Il tasso di inflazione, secondo le rilevazioni dell’Istat, ha toccato l’1,7% a settembre e dunque difficilmente scenderà. Nel 2020, prima dello scoppio della pandemia, gli assegni previdenziali erano aumentati dello 0,5%, mentre nel 2021 tutto era rimasto invariato. Il recupero dell’inflazione sarà al 100% per la parte di pensione fino a 2.000 euro mensili lordi, al 90% per le pensioni che sono da 4 a 5 volte il minimo, che corrisponde a 500 euro, e al 75% oltre questa soglia.

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Pippo Maniscalco