Nel processo per il “pizzo” all’Arenella 6 condanne e due assoluzioni

Era stato il pentito Giuseppe Cassaro a raccontare chi imponeva il pizzo nei rioni Arenella e Pallavicino, e chi pagava.

Mulè

I giudici della terza sezione del tribunale di Palermo, presieduti da Fabrizio La Cascia, hanno ritenuto fondate le tesi dei pm che avevano istruito il procedimento. Ed hanno condannato sei imputati accusati di aver fatto parte di Cosa nostra e di aver imposto il pizzo nelle zone dell’Arenella e di Pallavicino tra il 2007 ed il 2009. Due sono stati assolti.  La prima tranche di questo processo  si era svolta con il rito abbreviato. I sei condannati avrebbero imposto il pizzo ai commercianti e agli imprenditori dell’Arenella e di Pallavicino. Ed avrebbero  compiuto danneggiamenti e rappresaglie contro chi si rifiutava di «mettersi a posto». Per i sei imputati le pene complessive  ammontano a oltre mezzo secolo di carcere. Era stato il pentito Giuseppe Cassaro a raccontare chi avrebbe imposto il pizzo nei rioni Arenella e Pallavacino. Ed anche   chi tra i commercianti e gli imprenditori pagava .

Le condanne

Queste le condanne: a Riccardo Milano 10 anni e 8 mesi ed 10 anni a Sergio Messeri. A Domenico Romeo 9 anni e sei mesi ed a Michele Patti 9 anni. Ad Antonino Troia 8 anni e a Sergio Giannusa 4 anni e 6 mesi. Gli assolti sono Guido D’Angelo e Giovanni Riela, assistiti rispettivamente dagli avvocati Jimmy D’Azzò e Salvatore Priola. Inoltre i giudici  hanno riconosciuto diritto al risarcimento dei danni al Centro Pio La Torre, rappresentato dagli avvocati Ettore Barcellona e Francesco Cutraro, ed a Addiopizzo, difeso da Salvatore Caradonna e Maurizio Gemelli, e Sicindustria, che si erano costituiti parte civile