Man mano che veniva perquisito il primo covo, fra gli inquirenti cresceva l’ipotesi che doveva necessariamente esistere un altro luogo in cui il boss mafioso custodiva il suo tesoro. Dai soldi, ai pizzini, fino a documenti riservati.
Nella casa di Bonafede gli investigatori avevano trovato diversi abiti griffati, profumi, un frigorifero pieno di cibo. Oltre a numerose ricevute di ristoranti, pillole per potenziare le prestazioni sessuali e profilattici. I carabinieri del Ros e dal Gico della Finanza hanno individuato il secondo covo in una casa in via Maggiore Toselli n.34, sempre a Campobello di Mazara, distante circa 500 metri da primo.
Apparterrebbe a Errico Risalvato, nome già noto alle Forze dell’ordine insieme al fratello Giovanni. Entrambi, condannati per associazione mafioso, sono ritenuti vicini alla famiglia dell’ex primula rossa. Sarebbe stato proprio il proprietario a fornire la chiave della stanza segreta. In una “stanza riservata” al boss si nascondeva, dietro un armadio, una parete scorrevole che consentiva l’accesso ad un piccolo locale blindato.
I controlli sono iniziati intorno all’una. All’interno della stanza segreta erano custodite diverse scatole. Alcune vuote, altre con diversi documenti, e, secondo fonti qualificate, anche tanti gioielli. Collane, bracciali e pietre preziose di dimensioni consistenti. Sarà una perizia ad accertare l’autenticità e il valore dei gioielli e delle pietre. La presenza delle scatole vuote potrebbe fare ipotizzare che dopo l’arresto di Messina Denaro qualcuno abbia potuto provvedere a portarne via il contenuto.
Fonte foto Open