Nelle tasche di Messina Denaro un santino, la lista della spesa e due telefonini
Il boss aveva anche scontrini e un portachiavi con la scritta: «Il mito, la leggenda, sei tu…»
Quando i carabinieri del Ros e del Gis hanno portato a compimento l’operazione di cattura di Matteo Messina Denaro sono subito scattate le perquisizioni. Una ha riguardato l’auto con la quale era arrivato alla Maddalena, il centro d’eccellenza di Palermo dove il capomafia si curava già da un anno per il tumore al colon. Il boss si è servito di una Fiat Bravo bianca guidata da Giovanni Luppino, commerciante di olive arrestato col boss e pregiudicato per traffico di droga.
Un’altra perquisizione, questa volta personale, ha riguardato il capomafia di Castelvetrano. Nelle sue tasche i Ros hanno ritrovato tutto ciò che può avere un qualunque paziente che sta andando in una casa di cura per sottoporsi a una seduta di chemioterapia. E quindi un santino del Sacro cuore di Gesù e la lista della spesa.
Inoltre c’erano anche gli scontrini di una farmacia e di un supermercato di Campobello di Mazara. Messina Denaro aveva con se anche due telefonini e un portachiavi con le chiavi di un’Alfa Romeo 164. Nella traghetta del portachiavi c’era scritto «Il mito, la leggenda, sei tu…». Il generale Pasquale Angelosanto, comandante del Ros, ha spiegato: «Tutto ciò che l’ex latitante aveva nelle tasche, compresi i due telefonini, è già nelle mani del nucleo specializzato del Ris di Messina per le analisi e gli accertamenti necessari».
La perquisizione nel “covo”
Contemporaneamente Oda e Ros dei carabinieri hanno fatto scattare la seconda parte degli approfondimenti. La ricerca del covo del boss, o meglio «del rifugio temporaneo» come lo ha definito il procuratore De Lucia. Una casa che già lunedì sera è stato trovata e perquisita.
Un appartamento in vicolo San Vito, a pochi passi dal centro di Campobello di Mazara, vicino a un centro vendita Acqua e Sapone. Lì, i carabinieri e il magistrato Guido hanno trovato scarpe sneakers griffate, vestiti di lusso, un frigorifero pieno di cibo, ricevute di ristoranti, pillole per potenziare le prestazioni sessuali, profilattici. E un’agenda. Da quello che trapela, non risulta che nell’appartamento vi fossero documenti di particolare interesse, tanto che gli investigatori pensano che possa esserci un secondo immobile in cui cercare il cosiddetto «tesoro», anche di documenti, di Messina Denaro.