Neonata morta in ospedale, indagati 11 medici: disposta autopsia
La vicenda risale all’11 agosto scorso, quando la piccola, nata prematuramente, si è spenta al Cannizzaro di Catania
Indagati undici medici per la morte di una neonata all’ospedale Cannizzaro di Catania. La vicenda risale all’11 agosto scorso; la piccola è deceduta a causa di un mix di batteri. I genitori, assistiti da Studio3A, avevano presentato un esposto, esaminato dalla Procura locale, che ha ora indagato i sanitari. Disposta inoltre l’autopsia sul corpo della piccola, che dovrà essere riesumato dal cimitero di Acireale. L’incarico sarà affidato, lunedì 7 novembre, a un pool di tre esperti consulenti tecnici.
Neonata morta al Cannizzaro di Catania, la vicenda
La mamma della bimba, 29enne che risiede ad Acireale con il marito, di 38 anni, il 16 luglio 2022 si era recata al pronto soccorso ostetrico del Cannizzaro per un distacco della placenta, che metteva in pericolo la sopravvivenza del feto. Essendo giunta alla 29esima settimana più tre giorni di gravidanza, oltre il settimo mese – periodo di gestazione che garantisce ottime possibilità di sopravvivenza ai bambini prematuri – i medici dell’Unità operativa di Neonatologia hanno deciso di anticipare il parto, sottoponendola lo stesso giorno a un cesareo, perfettamente riuscito. La bimba, sottolinea il comunicato dello studio legale, è nata sana, pesava un chilo e 316 grammi ed è stata posta in incubatrice all’Unità di terapia intensiva neonatale.
Lo Studio 3A prosegue affermando che nei primi giorni “tutto procedeva bene e i sanitari rassicuravano i genitori sulle condizioni di salute della piccola”. Tuttavia, “a una decina di giorni dalla nascita una dottoressa ha riferito loro il forte sospetto che la figlioletta fosse stata colpita da un’infezione che il personale non era stato ancora in grado di identificare”.
“Dopo quattro giorni di spasmodica attesa, in cui la mamma e il papà potevano comunque vedere e toccare, con le opportune accortezze, la loro bimba in incubatrice, purtroppo la conferma è arrivata. Il 30 luglio è stato comunicato alla coppia che la neonata era positiva al Serratia Marcescens, un batterio dai gravissimi effetti che non dovrebbe essere presente in ambienti come gli ospedali, tanto più nelle terapie intensive, che dovrebbero essere sterili, ma che purtroppo è oggi responsabile di un’ampia gamma di infezioni nosocomiali ed è spesso causa di focolai ad alto tasso di mortalità ospedaliera, sia nei pazienti adulti sia proprio in quelli pediatrici”.
Neonata morta a Catania, il calvario
I genitori non hanno potuto così più vedere la figlioletta. Unica concessione quella del 10 agosto “in vista dell’ormai imminente, tragico epilogo”.
“Dal 30 luglio, infatti, le condizioni della piccola sono andate via via peggiorando, il batterio le ha colpito organi vitali, fino alla morte avvenuta per insufficienza cardiaca e concausata dai farmaci con cui i medici tentavano disperatamente di curarla: sempre il giorno prima della morte, il 10 agosto, alla mamma e al papà della bimba era stata fatta firmare un’autorizzazione per provare a somministrarle un antibiotico in quanto questo medicinale avrebbe potuto avere effetti collaterali, essendo consigliato per i bambini dai sei anni in su, tra cui appunto l’arresto cardiaco”.
Sconvolti dal dolore, i genitori hanno pensato solo a dare degna sepoltura alla neonata. Tuttavia, hanno fatto richiesta all’ospedale delle cartelle cliniche. Lo Studio afferma che “hanno ottenuto copia soltanto il 26 settembre e da cui emerge come in realtà la piccina risultasse positiva anche ad altri batteri di cui però la coppia non era mai stata messa al corrente dai sanitari, quali Staphylococcus Epidermidis, Enterobacteriaceae e Kpc Carbapenem Resistant”.
Sempre più perplessi sul “mancato rispetto – prosegue lo studio legale – delle misure per evitare l’insorgenza di infezioni nei pazienti, tanto più gravi trattandosi di un reparto di medicina d’emergenza e per neonati, i due genitori hanno deciso di fare piena luce sulla vicenda, attraverso il consulente legale Giuseppe Nocita, si sono rivolti a Studio 3A-Valore SpA”.
Le indagini
Lo studio ha acquisito tutta la documentazione medica disponibile per sottoporla ai propri esperti. Il 28 settembre è stata sporta formale denuncia-querela presso il comando dei Nas, chiedendo alla magistratura di accertare i fatti e perseguire gli eventuali responsabili. Il 7 ottobre la coppia è stata sentita dagli inquirenti negli uffici giudiziari della Procura etnea, accompagnata da Giuseppe Nocita. Nella circostanza è stata richiesta, e messa da loro a disposizione per le indagini, tutta la documentazione clinica in loro possesso.
Le indagini hanno fatto il loro corso. Il 28 ottobre il pubblico ministero titolare del fascicolo, il dott. Fabio Salvatore Platania, ha firmato e poi fatto notificare l’avviso di accertamenti tecnici non ripetibili, oltre che alle parti offese (i genitori e i quattro nonni), anche agli undici medici del reparto di Neonatologia-Unità di terapia intensiva neonatale del Cannizzaro, iscritti nel registro degli indagati, anche come atto dovuto per dare loro modo di nominare eventuali periti di parte.
L’autopsia sul corpo della neonata
L’incarico per l’autopsia sarà conferito lunedì 7 novembre, alle 11, nel palazzo di Giustizia di Catania, al prof. Cristoforo Pomara, medico legale dell’istituto di medicina legale di Catania, alla dott.ssa Maria Serenella Pignotti, medico specialista in Pediatria presso l’Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer di Firenze, e al prof. Giuseppe Nunnari, medico specialista infettivologo e docente di Malattie Infettive all’Università di Messina.
Studio 3A metterà a disposizione come consulente di parte per i propri assistiti per le operazioni peritali il medico legale dott. Antonino Trunfio, che nell’udienza di conferimento dell’incarico di lunedì sarà formalmente nominato dalla penalista dei genitori e dei nonni della bimba, l’avvocato Laura Milazzo Sanfilippo del foro di Catania.
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