Neonati uccisi e sepolti in giardino, scatta misura cautelare per la madre 22enne

I carabinieri hanno eseguito una misura cautelare nei confronti di Chiara, la 22enne accusata di aver ucciso due neonati, a distanza di un anno, dopo averli partoriti nella sua casa di Vignale di Traversetolo, in provincia di Parma.

A quanto pare, anche il primo bambino sepolto – i cui resti sono stati rinvenuti per ultimi – sarebbe figlio della ragazza, accusata di infanticidio e occultamento di cadavere, e del fidanzato, risultato estraneo ai fatti. A quanto riporta Rainews.it, la conferma, secondo fonti di stampa, arriverebbe dall’esame del Dna. Il risultato atteso da più di dieci giorni è arrivato ieri in tarda sera.

L’appello del sindaco: “Chi sa parli”

“Non siamo una comunità omertosa. L’appello che faccio è che chi sa qualcosa parli. Se qualcuno fino ad ora non lo ha fatto per paura, è tempo di rivolgersi agli inquirenti. Qualsiasi dettaglio o confidenza passata può essere utile a fare chiarezza”. È il messaggio lanciato attraverso l’Ansa dal sindaco di Traversetolo, Simone Dall’Orto, sulla vicenda.

La ragazza è al momento l’unica indagata per omicidio premeditato e occultamento di cadavere. La piccola comunità in cui risiedeva insieme alla famiglia è letteralmente sconvolta. Alcuni sostengono che le gravidanze fossero state note, altri che la ragazza le avrebbe tenute nascoste. Le indagini dei carabinieri, che si svolgono nel massimo riserbo, starebbero cercando di appurare se qualcuno possa avere aiutato la giovane ma anche il movente che possa avere spinto la 22enne, descritta come tranquilla e insospettabile, alla duplice uccisione.

Neonati uccisi e sepolti in giardino, un giallo ancora da chiarire

I due neonati sarebbero morti a distanza di circa un anno l’uno dall’altro. Sono ancora tanti i punti di chiarire: ad esempio, come sia sia stato ucciso il neonato fatto nascere con parto indotto il 7 agosto. I primi esami hanno stabilito che il piccolo ha respirato, dunque è nato vivo.

Stando a quanto riferisce la stampa locale, la Procura di Parma aveva in realtà chiesto nelle scorse settimane una misura cautelare che il Gip avrebbe, però, respinto non ravvisando in quella fase esigenze cautelari. Era ancora il momento in cui non era venuto alla luce il secondo corpicino.