Neonato abbandonato a Ragusa, per la madre naturale imputazione coatta

Entro 10 giorni il pm dovrà formulare l’azione penale che riguarda la donna accusata di abbandono di minore

bambina

Il giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Ragusa ha deciso per l’imputazione coatta a carico della madre naturale del neonato abbandonato nel novembre 2020. Entro 10 giorni il pm dovrà formulare l’azione penale che riguarda la donna accusata di abbandono di minore. La stessa accusa è rivolta all’ex compagno nonché padre del piccolo. Il prossimo 11 novembre 2021 inizierà per l’uomo il processo con rito abbreviato.

I fatti risalgono al 4 novembre del 2020: l’uomo si era recato a casa della donna su richiesta proprio di quest’ultima. Qui la scoperta che l’ex compagna aveva partorito in casa e aveva affidato al padre il neonato per portarlo in ospedale; l’uomo, però, ha simulato l’abbandono e il ritrovamento del piccolo davanti a un’attività commerciale. La difesa ha giustificato quest’azione come “una assenza momentanea e transitoria della capacità di intendere e volere” tanto da chiedere un rito abbreviato condizionato all’audizione di un consulente di parte. Dopo il ritrovamento, il neonato è arrivato in ospedale in condizioni critiche, ricoverato in terapia intensiva. Fortunatamente nel giro di pochi giorni, però, si è ripreso.

SPERANZA PER IL RICONOSCIMENTO DEL FIGLIO

Il 20 novembre l Tribunale per i minorenni di Catania aveva dato in pre-affidamento ad una famiglia di fuori provincia; il 15 luglio, però, la Corte d’Appello ha revocato la dichiarazione di adottabilità del piccolo Vittorio Fortunato (questo il nome che si è deciso di dare al piccolo). Tale decisione perché secondo la Corte d’Appello il Tribunale etneo non ha permesso alla madre di chiedere la sospensione dei provvedimenti e di riconoscere il figlio e esercitare i suoi diritti.

Adesso però con l’imputazione coatta a carico della donna il tutto potrebbe nuovamente cambiare. Per il giudice affidando il neonato al padre naturale ed ex compagno invece di chiamare i soccorsi ci sarebbe una prima negligenza; il tutto aggravato dal fatto che come madre di due figli e donna adulta non poteva non sapere i rischi ai quali avrebbe sottoposto il piccolo indipendentemente dal comportamento del padre. Intanto nel processo a carico del padre la madre sarà parte civile.