Il gip ha deciso di scarcerare Chan Jheansel Pia Salahid, 28enne filippina, madre del neonato morto sulla nave da crociera dopo il parto. La decisione dopo l’esito dell’autopsia che ha rivelato che il decesso del piccolo è da attribuire a “cause naturali”.
“Si è presa cura del bambino fin dall’inizio, lo allattava e lo idratava. Lo puliva quando c’era bisogno – ha il legale della donna, Giovanni Di Meglio. – Ha usato degli assorbenti perché non aveva pannolini. E poi non si dà il nome a un bimbo che si vuole ammazzare”. La 28enne faceva parte dell’equipaggio e il 17 maggio aveva dato alla luce il piccolo chiamandolo Tyler. “E’ emerso – ha continuato l’avvocato – che la ragazza pensava di essere più indietro nella gravidanza e di gestire la situazione. Ma, dopo essere partita da Salerno ha partorito. Si è trovata di fronte a una situazione molto difficile. E ha fatto quello che una persona come lei poteva fare ovvero il miglior modo possibile”.
La morte del neonato, secondo Di Meglio, è avvenuta per un “comportamento negligente, certamente non per il dolo. Ha tenuto nascosta la gravidanza perché altrimenti sarebbe stata licenziata. Il suo stipendio gli permetteva di far vivere la sua famiglia nelle Filippine, sono sei persone”.
Sul caso ci sono altre due imputate, colleghe della madre 28enne: si tratta di Mutundu Dorcas Njuguini, originaria del Kenya di 28 anni, e Mphela Kgothadso Mabel Jasmine, del Sud Africa di 25. Entrambe si sono avvalse della facoltà di non rispondere.