“Era sfinita. Ma le hanno subito portato il piccolo per l’allattamento. Ma lei non si reggeva in piedi”. Così racconta il padre del neonato morto soffocato all’ospedale Pertini di Roma a soli tre giorni dalla nascita. Sulla vicenda la Procura ha aperto un fascicolo di indagine per omicidio colposo.
Intervistato da Il Messaggero, l’uomo ha ricostruito quanto accaduto. La moglie, una donna di 30 anni, aveva attraversato un travaglio lungo 17 ore prima di arrivare al parto. Le acque si erano rotte alle 4 di notte. “Hanno anche preteso che gli cambiasse il pannolino da sola. Ma lei non si reggeva in piedi”, sottolinea l’uomo.
La neomamma avrebbe chiesto di portare il neonato al nido per poter riposare qualche ora, ma non le sarebbe stato concesso. “Molte donne sono lasciate sole nei reparti anche a causa delle restrizioni anti-Covid – sottolinea il padre del piccolo deceduto -. I protocolli andrebbero rivisti”.
La polizia ha intanto acquisito una serie di documenti dall’ospedale, compresa la cartella clinica della donna. Tra 60 giorni si conosceranno invece gli esiti dell’autopsia sul corpicino del neonato. Il piccolo sarebbe morto soffocato dalla mamma, addormentatasi dopo l’allattamento. L’indagine mira a chiarire eventuali responsabilità del personale sanitario nella tragedia e se vi siano state défaillance nella sorveglianza da prestare a madre e figlio.