Valorizzare il Nero d’Avola dicendo stop ai pregiudizi e puntando sull’innovazione e sulla qualità. Sì perché il Nero d’Avola, vitigno a bacca rossa più importante della Sicilia, è stato per anni bistrattato e la sua beva ritenuta spesso non facile. Questo il focus della tre giorni organizzata a Noto dal Consorzio di Tutela Vini Doc Sicilia, Discovery Nero D’Avola, con la volontà di portare alla luce tutte le qualità uniche del principale vitigno siciliano. Per farlo sono state organizzate masterclass e visite in azienda con un gruppo di giornalisti e influencer da tutta Italia.
Il Nero d’Avola è sicuramente il vitigno a bacca rossa più importante della Sicilia. Se un tempo era intensamente coltivato soprattutto in provincia di Siracusa, oggi è presente in modo esteso in tutte le provincie siciliane e rappresenta il vitigno più coltivato nelle provincie di Agrigento e Caltanissetta. Questo vitigno costituisce la base in alcune delle più importanti Denominazioni di Origine siciliane.
Il vino è di colore rosso molto carico, il profumo è molto caratteristico, di particolare intensità e complessità. Si caratterizza per le elevate percezioni fruttate di ciliegia, fragola e frutta matura; a queste seguono anche note di pepe e sentori di vegetale fresco e speziato, in alcuni casi le note vegetali, mallo di noce, risultano preminenti caratterizzando in modo particolare i prodotti a base di Nero d’Avola. Al gusto il vino si presenta di struttura elevata, di buon equilibrio tra la componente alcolica e quella acida, l’impatto tannico non è mai aggressivo, ma può essere intenso dando al vino una gradevole lunghezza gustativa. La permanenza della percezione aromatica è elevata.
Per cominciare, è importante ricordare la sua diffusione i Sicilia tramite un’analisi numerica. La superficie vitata dell’isola è di 97.080 ettari (dati 2021 fonte Sian) 65% in collina, 30% in pianura, 5% in montagna. La maggior parte della produzione dell’uva a bacca rossa più rappresentativa della Sicilia si identifica con le province di Agrigento (5.105 ettari) e Trapani (4.174), seguono Caltanissetta (2.701), Palermo (1.363) e poi in ordine, tutti sotto i 1.000 ettari, Siracusa, Ragusa, Catania, Messina ed Enna. In particolare, il Nero d’Avola DOC Sicilia con 48 milioni di bottiglie certificate nel 2021 ha confermato il trend positivo in atto dal 2018, quando le bottiglie erano circa 10 milioni.
Descrivere il Nero d’Avola non è semplice poiché le sue caratteristiche variano in base all’altitudine e alla tipologia di terreno dei vigneti.
A tal proposito, il Consorzio Doc Sicilia ha proposto due masterclass differenti, per comunicare la complessità di un vino il cui risultato finale è dato da molteplici aspetti. La prima masterclass ha presentato sei differenti terreni con l’analisi dei campioni del terreno. La seconda ha riguardato le altitudini e ha permesso di assaggiare sei vini, partendo dai 100 salendo fino ai 600 metri.
Nella tre giorni è stato possibile degustare il Nero d’Avola di Piano Grillo, quello dell’azienda Tresa e della Tenuta La Favola e, infine, il vino di Tenuta Palmeri.
Piano Grillo
Baroni di Pianogrillo è un’azienda agricola biologica situata nell’areale sud-orientale della Sicilia. Fu antico feudo, per più di 300 anni, dei baroni Piccione di Grassura e del Molino d’Immezzo , originari di Acireale ma trasferiti al nord inseguendo le loro carriere. Baroni di Pianogrillo si sviluppa su 80 ettari, il tutto rigorosamente a regime biologico certificato, una scelta imprenditoriale conseguenza naturale del massimo rispetto della natura e dell’ambiente.
Alla produzione vitivinicola sono dedicati 7 tra gli ettari di proprietà, coltivando le varietà autoctone tipiche del territorio, su cui tra tutte spiccano il Frappato ed il Nero d’Avola, tra i vitigni a bacca rossa, ma anche il Grillo ed il Grecanico tra quelle a bacca bianca. I terreni vitati della cantina sono localizzati a circa 480 metri sopra il livello del mare, su suoli caratterizzati da marne calcaree e argillose. Pianogrillo ha rinnovato la propria cantina nel 2014, in un’ottica a zero impatto ambientale, in linea con i metodi biologici certificati, per esaltare l’unicità dei vitigni autoctoni senza particolari manipolazioni e per comunicare al meglio il Terroir Ibleo. Tra i vini degustati il “Deracinè” Nero di Avola Doc Sicilia – 2019, 100% Nero d’Avola e “Otto/Otto” Nero di Avola Doc Sicilia – 2019, 100% Nero d’Avola.
Santa Tresa
In un angolo tra i più affascinanti della Sicilia, nel Ragusano, c’è Vittoria, famosa per la straordinaria fertilità della sua terra rossa da cui sbocciano frutti prelibatissimi. La stessa terra in cui nascono uve dalle caratteristiche eccezionali che poi si declinano nel caleidoscopio di espressioni enologiche di Santa Tresa, esaltate da una produzione che si avvale di tecniche antiche reinterpretate con coscienza e conoscenza per esprimere l’autenticità della Sicilia, dei vitigni autoctoni e dei cloni presenti nella tenuta, facendo della sostenibilità uno stile di vita. Si potrebbe riassumere così la filosofia di questa azienda vinicola di proprietà di Stefano e Marina Girelli, fratelli trentini da tre generazioni nel mondo del vino, titolari anche dell’Azienda agricola Cortese che si trova a 8 km di distanza da Santa Tresa. La tenuta copre 50 ettari, di cui 39 coltivati a vigneto. Tra i vitigni coltivati, oltre a Nero d’Avola e Frappato, vi è anche il Grillo, piantato dopo l’acquisizione dell’azienda. Inoltre, qui hanno trovato le condizioni climatiche ideali anche varietà alloctone, come il Viognier. Tra i vini degustati, “Insieme” 100% Nero d’Avola, e “Avulisi” 100% Nero D’Avola.
Tenuta La Favola
Tenuta La Favola ha una lunga storia che si tramanda di generazione in generazione, un progetto iniziato 200 anni fa in Contrada Buonivini – Noto (SR), una collina di vigneti, ulivi e carrubi nella punta più meridionale della Sicilia. A nord è visibile il pennacchio di fumo dell’Etna, a sud l’azzurro dei due mari, Mediterraneo e Ionio. L’azienda si sviluppa per circa 9 ettari nel corpo centrale, a cui si aggiunge un altro vigneto di 3 ettari a ca. 300 mt dal corpo centrale e altri 3 ettari adiacenti al mare e ai pantani, per un totale di 19 ettari circa, di cui 12 coltivati a vigneto, circa 5 a oliveto, il resto occupato dai caseggiati, da muri a secco e dalle zone di compensazione ecologica lasciate appositamente incolte. Tra i vini degustati, “Rosso della Tenuta”, 100% Nero d’Avola.
Tenuta Palmeri
La storia di “Palmeri” inizia con la famiglia Lutri. Dal XV secolo, questa nobile famiglia ha lasciato il suo segno nel sud della Sicilia. Così il “Palazzo Lutri” nel centro di Avola testimonia ancora l’eredità di questa famiglia. Palmeri è stata per lungo tempo la residenza estiva della famiglia e da sempre la sue terre sono dedite all’agricoltura. Nel 2002 Erika e Ueli Breitschmid-Heiniger hanno potuto acquistare Palmeri. Continuando in modo naturale la tradizione familiare della pratica della viticoltura biologica, già praticata con successo in Svizzera. Così nella fertile e collinare Avola, splendida cittadina barocca, nel sud-est della Sicilia, nel 2005 vengono impiantati a vigneto circa 12 ettari, per la produzione di uva a bacca bianca e rossa. Da allora, Palmeri si è ampliata e all’attività principale sono oggi affiancate le produzioni di olio extravergine d’oliva, grano antico siciliano di varietà Russello, mandorle e agrumi. Il Nero D’Avola è il fulcro della produzione di Tenuta Palmeri. Tra i vini degustati “Palmeri Nero”, 100% Nero d’Avola e “Palmeri Perla Rosè”, 100% Nero d’Avola.