Nigeriani schiavi di cinesi nel quartiere Sant’Erasmo: turni massacranti e senza pausa
Costretti a lavorare sei giorni alla settimana, senza pausa, con una remunerazione di circa 300 euro al mese
Due coniugi di nazionalità cinese, soci di un’impresa operante nel settore della pelletteria, sono ritenuti gravemente indiziati per sfruttamento lavorativo. Avrebbero infatti costretto i propri dipendenti a lavorare con turni massacranti e senza pausa, per una salario misero.
Turni dalle 8 alle 19, senza pausa: 300 euro di paga
Le indagini sono state avviate al fine di accertare alcuni casi sospetti di sfruttamento lavorativo nei confronti di alcuni immigrati nigeriani; nel corso degli approfondimenti investigativi, sarebbe emerso che gli operai erano costretti a lavorare sei giorni alla settimana, dalle ore 08.00 alle ore 19.00, senza pausa, con una remunerazione di circa 300,00 Euro al mese, sotto la costante minaccia di perdere l’occupazione.
Si è verificato, inoltre, che i dipendenti della società maneggiavano macchinari senza possedere una formazione adeguata, con il rischio in caso di malfunzionamento o rottura della macchina di vedersi addebitati i costi di riparazione nella propria busta paga.
Operai controllati e minacciati
Le giornate di lavoro si svolgevano sotto il costante controllo dei due indagati che, per accertarsi della produttività dei propri operai, avevano installato un impianto di videosorveglianza nei luoghi di lavoro. Il tutto, in assenza delle prescritte autorizzazioni, obbligando i dipendenti a segnare in un apposito registro il numero di valigie realizzate quotidianamente.
L’azienda di produzione e confezionamento di valigie, ubicata a Palermo nel quartiere Sant’Erasmo, sorge all’interno di un sito i cui capannoni sono coperti da una struttura leggera in fibrocemento del tipo “ethernit”.
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