Niko Pandetta ha scritto dal carcere ai giovani detenuti: «Cambiare si può»
Il neomelodico e trapper è noto per i testi delle sue canzoni che inneggiano alla malavita, e per aver espresso diverse volte frasi che negavano l’esistenza della mafia
Il neomelodico e trapper catanese Niko Pandetta, è noto per i testi delle sue canzoni che inneggiano alla malavita, e per aver espresso diverse volte frasi che negavano l’esistenza della mafia. Arrestato a Milano, deve scontare una condanna a circa 4 anni di carcere per spaccio avvenuto nel 2012 con sentenza diventata definitiva, alla quale si è aggiunta un’altra vecchia condanna a 5 mesi per evasione. Pandetta è nipote del boss Turi Cappello, boss mafioso al 41 bis, a cui aveva dedicato anche una canzone. Sono famose famose le sue apparizioni in tv, nella trasmissione “Realiti”, e per le sue dichiarazioni sui giudici. Ma anche per la sua hit con oltre 35 milioni di visualizzazioni su YouTube “Pistole nella Fendi”.
La lettera ai giovani detenuti
Dalla prigione ha scritto una lettera, dedicando la seconda parte ai giovani detenuti. In essa è scritto: “E io nonostante tutto l’ho fatto, mi lascerò indietro gli ultimi fantasmi del mio passato e sconterò questa pena. Avrei voluto dire grazie allo Stato ma purtroppo mi tocca dire “nonostante” lo Stato. A tutti i ragazzi che sono in carcere e ci credono nel cambiamento, l’accanimento nei miei confronti sia una forza per voi e per quello che viviamo ogni giorno qua dentro. Oggi non siete più soli, avete un amico, Niko Pandetta. Io sono con voi, cambiare è possibile”.