Nino Barraco ha rappresentato, per lunghi decenni, una delle voci più lucide e colte dell’informazione siciliana.
Il giornalista, originario di Lercara Friddi in provincia di Palermo, si è spento all’età di novantadue anni, compiuti lo scorso 9 marzo.
Giornalista pubblicista dal 1953, Nino Barraco, dopo gli studi dai Salesiani, aveva conseguito la laurea in Giurisprudenza con il massimo dei voti e la lode con una tesi sul “Rapporto tra il mondo giuridico e il mondo morale nel messaggio cristiano”.
Il suo cammino professionale ha attraversato settant’anni.
Padre di quattro figli, Nino Barraco ha declinato l’impegno professionale soprattutto nell’ambito della stampa cattolica.
Direttore responsabile di diverse riviste, a partire dalla testata “Voce cattolica”, è stato anche presidente regionale dell’Unione Cattolica Stampa Italiana.
Docente di Etica professionale all’Istituto superiore di Giornalismo presso l’Università di Palermo, tra i componenti dell’ufficio stampa dell’Assemblea Regionale Siciliana, ha partecipato in qualità di relatore a numerosi convegni.
Autore di numerose pubblicazioni, si è spesso ispirato a don Tonino Bello e a padre David Maria Turoldo.
Tra i suoi estimatori anche Leonardo Sciascia, che definì Nino Barraco “uomo di pace” e il cardinale e arcivescovo di Palermo Salvatore Pappalardo.
Tanti sono stati i messaggi, commossi e affettuosi, alla notizia della morte di Nino Barraco.
A omaggiare l’uomo e il giornalista, amici, parenti e allievi del corso di Etica del Giornalismo.
Tra i ricordi più emozionanti, c’è quello di Maurizio Lucchese, in arte Mauri, pittore, scrittore, direttore artistico di numerose collettive e personali, personalità multiforme e tra le più influenti del panorama palermitano e siciliano.
L’artista ha evidenziato lo straordinario spessore culturale del giornalista e scrittore scomparso.
A legarli, un rapporto di stima e amicizia legato all’attenzione che Nino Barraco riservava al mondo dell’arte e agli eventi riguardanti le sacre rappresentazioni.
Esperienze condivise soprattutto nell’ambito delle attività portate avanti da Mauri Lucchese in qualità di direttore artistico dell’Auditorium “Padre Angelo Canton” della Parrocchia Regina Pacis, a Palermo.
“Ricordo il caro Nino – racconta – quando mi veniva incontro per donarmi il volumetto da lui scritto per annoverare le collettive sulla Passione e la Natività di Cristo da me organizzate”.
“Il suo sorriso esprimeva entusiasmo – ricorda – ed era come quello di un bambino“.
Una delle frasi contenute nei volumetti da lui scritti, dedicata a Mauri Licchese, recitava: “A voi Artisti, che siete gli spiriti della bellezza, che lavorate per essa, la Chiesa del Concilio dice: se siete gli amici della vera arte, siete nostri amici”.
Bellissime parole per perpetuare il ricordo della collettiva di artisti diversi per ispirazione e proiezione, capaci di ritrovarsi nella Passione di Cristo e di raccontare una Palermo spirituale ed eclettica al contempo.
Nel segno di un Dio decaduto, impotente, ucciso, ma risorto.
“Un messaggio, quello del mio amico Nino – conclude – che appare oggi estremamente attuale”.