Attentato terroristico a Nizza, Lamorgese: «Nessuna responsabilità da parte nostra»
«I decreti di Salvini hanno creato insicurezza». Il leader della Lega risponde: «Lamorgese si dimetta»
Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, interviene in conferenza stampa, parlando delle polemiche seguite all’attentato di Nizza per mano di un cittadino tunisino, Brahim Aoussaoui, sbarcato a Lampedusa. “E’ il momento di fermare le polemiche. Responsabilità non ce n’è da parte nostra: si parla delle nostre modifiche al decreto sicurezza ma quei decreti anzichè creare sicurezza hanno creato insicurezza perchè 20 mila persone sono dovute uscire dall’accoglienza da un giorno all’altro”.
“Noi – ha spiegato – abbiamo cercato di tenere presente le esigenze di sicurezza del Paese, non disperdendo tutti sul territorio nazionale, facendo dei progetti mirati e affinché restassero sotto i radar delle forze di polizia”.
“E’ arrivato a Lampedusa con uno sbarco autonomo il 20 settembre e il 9 ottobre ha ricevuto un decreto di respingimento”. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ricordando che “casi del genere si erano verificati anche in passato. E allora io mi chiedo come mai le forze di opposizione che oggi si sono scusate con la Francia, a cui io manifesto tutta la mia solidarieta’, non hanno ritenuto di scusarsi in altri casi gravi che si sono verificati e parlo ad esempio degli attentati alla metropolitana di Londra, al London Bridge o alla Rambla. E’ il momento di fermarci con queste polemiche”.
Non è tardata ad arrivare la risposta di Salvini: “La ministra è incapace“. E ancora sui social il leader della Lega ha scritto: “Il terrorista è sbarcato un mese e mezzo fa a Lampedusa poi è scomparso. La domanda vera è: quanti altri sono scappati? Da quella nave ne scesero 640, quanti sono ancora in Italia e quanti sono scomparsi?” denuncia il leader della Lega sui social.
IL KILLER IL 9 OTTOBRE ERA IN ITALIA
Il 9 ottobre l’attentatore di Nizza era a Bari. Dopo essere sbarcato a Lampedusa il 20 settembre, con un gruppo di altri migranti che si trovavano su un barcone, è stato trasferito nel centro di identificazione e fotosegnalato dalla questura. Per questo la polizia e i servizi di intelligence stanno adesso ripercorrendo le tappe del viaggio che lo hanno portato in Costa Azzurra. E soprattutto stanno verificando come mai non sia stato trattenuto nel centro di identificazione in attesa del rimpatrio. In tasca gli hanno trovato un foglio rilasciato dalla Croce Rossa Italiana ed è stato proprio il documento a consentire agli inquirenti francesi di identificarlo.