Noce-Zisa: genitori e figli per strada a pulire e diserbare per il bene comune
Ad una settimana di distanza si ripete l’iniziativa nel quartiere Noce. Questa volta presenti anche bambini, per educarli al bene comune
Li avevamo già visti all’opera la scorsa settimana oggi hanno replicato. Con loro anche i figli, a sottolineare che l’attività di diserbo compiuta nulla ha a che fare con i mancati interventi dell’amministrazione.
Sara e Martina hanno accettato con entusiasmo l’invito dei loro genitori e così, munite di guanti, palette e sacchi, hanno contribuito a rendere i marciapiedi di Via Scoto e Fondo Pace percorribili.
“A scuola ci insegnano che la città è di tutti e che dobbiamo mantenerla pulita, rispettando le regole, non gettando carta per terra e mantenendo tutto come se fosse casa nostra. E poi è un modo diverso di passare un po’ di tempo con i nostri genitori”
Piero, Alessia, Giovanni e Salvo hanno come obiettivo quello di creare il senso di comunità e sperano di coinvolgere sempre più persone.
Gli adulti sono rappresentativi per i giovani – dice Salvo Altadonna docente e consigliere di circoscrizione – se riescono a dare l’esempio, cerchiamo con questa piccola iniziativa di essere consequenziali rispetto a ciò che vogliamo insegnare loro. Il vero punto debole del nostro tempo – conclude Altadonna – è la famiglia e non è solo una questione di spaccato sociale, la povertà educativa è anche dove le condizioni socio-economiche sono buone. La povertà educativa si manifesta nella distanza che c’è tra ciò che diciamo e ciò che facciamo, tra ciò che crediamo importante e ciò che lo è davvero. E questo prescinde dal ruolo che occupiamo nella società”.
“Alcuni cittadini – dice Giovanni Carcione – ci ringraziano per quello che facciamo ma noi rispondiamo che lo facciamo per noi e che più che ringraziarci ci farebbe piacere che ci dessero una mano” .
Alessia Failla, mamma di Sara è anche presidente del consiglio di istituto di una scuola del quartiere Noce, e ci ha detto: “Voglio dimostrare a mia figlia che mi occupo in modo attivo della sua vita e che bisogna rispettare i luoghi in cui si vive”.
ECCO COM’ERANO LE STRADE PRIMA DEL LORO INTERVENTO