In media una persona passa il 35,7% del suo tempo davanti ad uno smartphone, pari a 5 ore e 55 minuti di una giornata per intenderci.
Una vera e propria dipendenza dalla connettività che ci porta ad un vero e proprio distacco dalla vita reale. Il National Day of Unplugging, che cade il 1 marzo, nasce proprio per rispondere a questa esigenza di “disconnettersi”. Vuole celebrare la bellezza di riscoprire quante cose si possono fare durante il proprio tempo libero, quando si mette giù il computer, il tablet e il cellulare.
L’obiettivo è quello di concedersi del tempo di qualità per rinnovarsi, connettersi nella vita reale, godersi la propria giornata lontano dai dispositivi digitali e rilassarsi un po’ di più.
In occasione del National Day of Unplugging, il Movimento Cristiani Lavoratori di Palermo ha organizzato un convegno dal titolo “Nomofobia: rischi della dipendenza da smartphone e ricadute sulla famiglia e sul lavoro” che si è tenuto presso la Real Fonderia Oretea.
“In Italia ci sono più smartphone che abitanti, quello della nomofobia è un fenomeno molto diffuso” spiega l’avvocato Gianfranco Amato, direttore C.T.S dell’ osservatorio famiglie Regione Siciliana, che ha diretto l’incontro.
“Anche i social sono uno strumento che va gestito soprattutto se parliamo di minori. Molti genitori non sanno che per esempio nelle indicazioni di utilizzo di Whatsapp c’è scritto che l’utilizzo è espressamente vietato ai minori di 16 anni, molto spesso invece lo utilizzano anche i più piccoli” prosegue Amato.
“È necessario che ciascun adulto gestisca con intelligenza e responsabilità uno strumento utile ma che può diventare uno strumento di dipendenza. Esistono alcune applicazioni per controllare quanto tempo passiamo sui social o su internet, questo aiuta ed è molto importante perché uno dei rischi più gravi è quello di perdere la concezione del tempo” conclude.
A sottolineare l’importanza del tema affrontato anche Giuseppe Gennuso, Presidente provinciale del Movimento Cristiano Lavoratori Palermo: “Io credo che sia fondamentale affrontare dei temi del genere, bisogna prendere coscienza delle cose che viviamo ogni giorno. Questo ci aiuta a migliorarci sia personalmente che all’interno dell’ambiente in cui viviamo”.
Foto di Salvo Annaloro