Ventiquattro anni all’anagrafe, ma una vita intensa e tutta da raccontare. Nato in Senegal, Mamadou Coulibaly ha inseguito sin da ragazzino il sogno di poter diventare un calciatore professionista. Per arrivare a realizzare questo suo ardente desiderio ha combattuto contro tutto e tutti, persino contro la sua famiglia, che voleva per lui un futuro professionale diverso. Così a soli 16 anni decide di lasciare il suo Paese scappando letteralmente verso l’Europa, patria del bel calcio, facendo tappa in Marocco, Francia, Spagna ed infine Italia. Gira il nostro Paese in lungo ed in largo, trovando “alloggi di fortuna” e perseguendo, sempre con grande tenacia, il suo unico obiettivo.
Dopo tanti provini, non andati a buon fine, arriva finalmente l’opportunità che cercava: a dargliela il Pescara, che lo aggrega inizialmente alla formazione Primavera, salvo poi inserirlo in Prima squadra facendogli firmare il primo contratto professionistico. Siamo all’inizio della stagione 2016-17, e Mamadou (all’epoca appena diciottenne -n.d.r.) con gli abruzzesi riesce a debuttare quasi subito nella massima serie, entrando nei minuti finali della gara persa in casa dell’Atalanta. Per lui arriverà poco dopo anche la prima da titolare, nel match casalingo disputato contro il Milan. Da quel momento in poi in bianco-azzurro, sotto la guida del “maestro” Zeman, per lui si aprono le porte di un destino cercato e voluto. Un cammino tortuoso il suo, fatto di ostacoli che il ragazzo senegalese ha saputo dribblare abilmente, fino a scrivere il lieto fine di una favola che tuttavia è ancora soltanto all’inizio.
Fonte Immagine: sito ufficiale Palermo Fc
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