Negli ultimi tempi a Palermo sono state parecchie le persone truffate con la richiesta di soldi per aiutare figli o nipoti in difficoltà. La tecnica è sempre la stessa. La vittima viene contattata prima al telefono e messa in allarme per un presunto guaio capitato al giovane parente. Poco dopo spunta un avvocato, un finto poliziotto o un carabiniere che spiega meglio la necessità di pagare soldi per il figlio o il nipote che si trova in difficoltà. Spesso dicono che è in carcere e che occorre una cauzione per farlo uscire oppure che i contanti servono per evitare guai futuri per i danni provocati in un incidente.
Non di rado i malcapitati ci cascano e in preda al panico consegnano al truffatore soldi e gioielli. Dopo gli ultimi casi di Palermo città, i truffatori, uomini e donne, si sono spostati anche in provincia.
L’ultimo caso in ordine di tempo è quello di una donna di 45 anni di Capaci, nel Palermitano. Contattata da un individuo che si è presentato come avvocato, l’uomo le ha detto che il figlio era in carcere perché era rimasto coinvolto in un incidente. Per liberarlo servivano soldi per pagare la cauzione e occorreva agire in fretta per farlo uscire fuori dal penitenziario.
La donna, presa dal panico, gli ha consegnato circa 16 mila euro tra contanti e gioielli. Quando si è accorta della truffa ha denunciato. Sul caso ora indagano i carabinieri, mentre su quelle di Palermo, che sono almeno una decina, stanno lavorando gli agenti della squadra mobile. Recentemente i truffatori si erano presentati anche a Caccamo. Qui addirittura ci ha pensato il sindaco ad avvisare i cittadini che in paese giravano finti agenti di polizia o avvocati che chiedevano soldi. Dopo un paio di tentativi, i truffatori sono stati scoperti e sono andati via.
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