Quattro italiani su dieci acquistano olio d’oliva nella Grande distribuzione organizzata (Gdo). Tuttavia, si registra un calo nella produzione.
Secondo i dati rilevati dallo studio Nomisma “La filiera olivicola italiana nel mercato globale, tra nuovi trend di consumo e scenari evolutivi”, il luogo preferito da quattro italiani su dieci per l’acquisto di olio d’oliva è il supermercato. Invece, tre italiani su dieci preferiscono acquistarlo direttamente dal produttore.
Presentato a Roma in occasione della celebrazione dell’accordo di filiera tra Confagricoltura e Carapelli Firenze, dalla studio emerge che i prezzi medi di vendita nella distribuzione moderna 2022 relativi alle Dop (€/Kg) è pari a 11,41, per il 100% Italiano (escluso Dop/Igp) è di 6,81, mentre per il totale Evo è di 5,27 e per il comunitario è di 4,56.
Inoltre, l’indagine evidenzia come l’olio italiano goda di un’ottima reputazione all’estero con un apprezzamento sulla qualità al 58% negli Stati Uniti, al 43% in Germania e al 53% in Giappone.
Nonostante l’olio d’oliva sia molto apprezzato all’estero per la sua qualità, si registra un calo produttivo a livello nazionale. Infatti, nell’ultimo triennio (2020-2022), la produzione media è stata inferiore alle 300mila tonnellate, contro le oltre 500mila del triennio 2010-2012. Tra le motivazioni della diminuzione ci sono le condizioni climatiche avverse, la frammentazione produttiva, volatilità dei prezzi e della redditività.
La campagna 2022/23, peraltro, ha registrato una riduzione del 20% per la produzione mondiale di olio extravergine, secondo i dati riportati nello studio Nomisma. Il prodotto dell’Unione europea influisce del -48% per la Spagna nel confronto 2022-2021, del -37% per l’Italia e di un+51% per la Grecia.
L’incontro di celebrazione dell’accordo Confagricoltura – Carapelli Firenze ha messo in luce che è stato di “circa 25 milioni di euro il valore al consumo dell’olio frutto dell’accordo e centinaia di aziende olivicole coinvolte”.
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