“Oltre le fronde” è il titolo dell’opera con la quale il pittore palermitano Rosario Genduso partecipa all’Esposizione Internazionale d’Arte Contemporanea in programma a Venezia a partire dal 4 febbraio fino al prossimo 15 del mese.
Un evento di grande prestigio, a cura del professore, storico e critico d’arte Giorgio Gregorio Grasso, collaterale ai tradizionali festeggiamenti dedicati al Carnevale in corso nella città veneta, che segue la fortunata personale “Evoluzioni” dell’artista, originario di Alimena, nelle Madonie.
La mostra, tenutasi negli spazi dell’Ex Real Fonderia Oretea, a Palermo, ha rafforzato la conoscenza delle opere di Rosario Genduso, non più – come lui stesso si autodefiniva fino a qualche anno fa – “artista emergente” , bensì talento consolidato nel panorama contemporaneo.
L’evento collaterale al Carnevale di Venezia segna, per l’artista, un importante approdo nello scenario dell’arte nazionale e internazionale.
Una novità solo in parte, in considerazione dell’esperienza, già compiuta a Roma, nell’ambito di una mostra corale dedicata al centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini.
L’Esposizione Internazionale d’Arte Contemporanea, la cui inaugurazione è fissata per le 16:00 di sabato 4 febbraio, sarà ospitata negli spazi di “Venice Art Gallery“.
Uno scrigno di grande bellezza, con sede a Venezia, Calle del Traghetto 2799, Dorsoduro, fra Campo San Barnaba e l’approdo del traghetto a Ca’ Rezzonico.
L’opera con cui Rosario Genduso partecipa all’evento veneziano sintetizza molte delle caratteristiche e peculiarità che connotano la sua arte.
“Amo il verde pastello – spiega – e la possibilità di creare un bel contrasto tra chiaro e scuro”.
Nel corso del tempo, innovazione sembra essere divenuta una delle parole chiave per approcciare l’arte di Rosario Genduso, che non ha mai nascosto di trarre ispirazione dalla produzione di Vincent Willem van Gogh – il suo preferito, in assoluto – e di Claude Oscar Monet.
Assonanze espressive, storicizzate e contemporanee, che emergono nei dipinti dell’artista, perfettamente a suo agio nella raffigurazione della natura – fiori, prati, monti, mare – e nella rivisitazione in chiave molto personale dell’american dream.
Quest’ ultimo, in particolare, viene restituito allo spettatore attraverso skylines mozzafiato, che rimangono tuttavia avulsi da schemi tradizionali.
Un tratto, questo, comune a molte opere dell’artista: la lezione dell’impressionismo c’è, si vede, ma non basta a definire la sua arte e l’autenticità che l’attraversa.
“Per me è un onore esporre a Venezia e aprirmi al confronto con altri artisti – afferma – con un’idea che nasce dalla mia voglia di cogliere a prima vista la bellezza dei fiori delle ninfee”.
L’esito è un’opera che svetta per eleganza, grazie anche alla commistione di colori che affiorano in ogni petalo.
Già dal titolo, si evince la volontà di osare e, appunto, andare “oltre” esplorando nuove modalità espressive all’insegna della libertà interiore e del sapiente utilizzo di tecniche miste.
Ovvero, vinilico, stucco, colori acrilici e spatolati disposti sulla tela, a creare un effetto unico e “sorprendente” per ammissione dello stesso autore.