Omicidio a Giardinello, la mamma della 30enne incinta uccisa dall’amante: “Un raptus? Non credo”
La donna, ospite della trasmissione “I fatti vostri”, su Rai 2, ha esposto le sue perplessità in merito alla revoca dell’ergastolo ad Antonio Borgia
Circa un mese fa la Corte di Appello di Palermo ha ridotto a 19 anni e 4 mesi la pena inflitta in primo grado ad Antonio Borgia, l’imprenditore di Partinico che uccise a coltellate l’amante incinta, Ana Maria Lacramioara Di Piazza, di soli 30 anni. In primo grado all’uomo era stata inflitta la pena dell’ergastolo con l’aggravante di aver agito con crudeltà e premeditazione. Aggravanti decadute nel processo di secondo grado. L’imputato, infatti, secondo la lettura dei giudici, agì in un momento di rabbia e senza avere preordinato l’esecuzione dell’atroce omicidio.
La ricostruzione non convince Anna Maria Di Piazza, madre della trentenne uccisa. La donna, ospite della trasmissione “I fatti vostri”, su Rai 2, ha raccontato la vita dopo la morte della figlia e le perplessità in merito alla revoca dell’ergastolo.
“Ha ragionato nel fare quello che ha fatto”
“Un raptus? Non credo proprio, lui ha inferito, ha colpito più volte, le dava coltellate e la lasciava a terra. Ha ragionato nel fare quello che fatto”. Così la donna ha commentato nel corso dell’intervista.
Adesso Anna Maria Di Piazza si prende cura del nipote di 14 anni, il figlio di Ana. “Ci sono stati momenti davvero difficili – racconta -. Sono diventata mamma una seconda volta e lo sarei diventata anche una terza e una quarta senza problemi”. Racconta anche di non essere stata al corrente della vita che Ana portava in grembo: “Non sapevo, nulla che fosse incinta e nemmeno che avesse questa relazione. Forse è stata in silenzio per non darmi un dispiacere. Se avesse parlato sono sicura che avremmo risolto i problemi come avevamo già fatto in passato”.
L’omicidio a Giardinello
Ana Maria fu assassinata il 22 novembre 2019 al culmine di una lite. La giovane venne accoltellata più volte dal Borgia, riuscendo persino a scappare per poi essere raggiunta dall’uomo, che la colpì a morte. Alcuni terribili momenti dell’aggressione furono ripresi dalle telecamere di sorveglianza di un’abitazione vicina, riuscendo ad incastrare l’imprenditore.
Palermo, uccise l’amante incinta a coltellate: revocato l’ergastolo