Omicidio Burgio, diversi interrogatori: indagini su gestione spaccio

I colpevoli potrebbero essere del quartiere Borgo Vecchio

Burgio

Continuano le indagini della Squadra Mobile di Palermo sulla morte di Emanuele Burgio, il ragazzo di 25 anni ucciso a colpi di pistola nella notte tra domenica e lunedì alla Vucciria. Gli inquirenti avrebbero interrogato diverse persone. Si tratterebbe di uomini del quartiere del Borgo Vecchio con cui la vittima aveva avuto dei contrasti sullo spaccio di droga. La nonna di Burgio avrebbe puntato il dito proprio su persone del rione popolare di Palermo come possibili responsabili del delitto.

Burgio, a quanto sembra, gestiva lo spaccio di sostanze stupefacenti della Vucciria con l’obiettivo di allargare gli affari anche in altri quartieri, come Borgo Vecchio. Una scelta che non sarebbe andata bene ai pusher del quartiere palermitano, autori poi dell’agguato nei confronti del 25enne. Le immagini di videosorveglianza della zona, al vaglio da ore, infatti hanno ripreso in azione un commando di tre persone. Secondo i primi accertamenti, Burgio già nei giorni scorsi avrebbe avuto violenti scontri per contrasti sulla gestione delle piazze di spaccio della droga.

La Scientifica ha rinvenuto nel luogo del delitto tracce di sangue in via dei Tintori e un casco dentro una fioriera davanti all’hotel La Serenissima di via Chiavettieri; quest’ultimo elemento è stato repertato e portato via. Ad avvertire la Polizia domenica notte un residente della Vucciria che ha sentito degli spari e affacciandosi dalla finestra ha visto un uomo a terra. All’arrivo degli agenti, però, il ragazzo non c’era più: i parenti, infatti, lo avevano trasportato di corsa al Policlinico dove è morto poco dopo. Burgio era figlio del boss Filippo, cassiere della famiglia Palermo centro e condannato a 9 anni in via definitiva per associazione mafiosa.