Omicidio Burgio, Domenico Romano: “Mio fratello ha sparato per difendersi”

“Vi scippo la testa e ci gioco a pallone”, avrebbe affermato Burgio. E poi il colpo di pistola

testimoni

Udienza di convalida questa mattina per Domenico, Matteo e Giovanni Battista Romano, accusati dell‘omicidio di Emanuele Burgio, avvenuto nella notte tra domenica e lunedì alla “Vucciria”. Dei tre, solo il primo ha rilasciato delle dichiarazioni, mentre gli altri due si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Domenico Romano, 49 anni, padre di Giovanni Battista nonché fratello di Matteo, ha dichiarato che è stato quest’ultimo a sparare a Burgio.

Secondo la ricostruzione dell’uomo tutto sarebbe nato per una banale lite per un incidente stradale avvenuto poco più di una settimana prima. Burgio, alla guida della sua Mercedes bianca, avrebbe urtato casualmente il gomito di Giovanni Battista Romano, che gli avrebbe risposto con toni accesi. Da questo episodio se ne sarebbero susseguiti altri, tra cui una testata che Burgio avrebbe dato al giovane Romano per “regolare i conti”, alla quale Giovanni Battista non avrebbe risposto. Anzi, secondo quanto affermato da Domenico Romano, questo “particolare” avrebbe chiuso il contenzioso tra Burgio e la famiglia Romano.

Tuttavia, così non è stato, come dimostra la tragedia che si è consumata la notta tra domenica e lunedì. “Vi scippo la testa e ci gioco a pallone” sarebbero state le parole pronunciate quella sera da Burgio, avvicinatosi minacciosamente a Giovanni Battista Romano con altre persone, tutti armati di mazze. Così “mio fratello ha sparato per difendersi”, ha affermato Domenico Romano, riferendosi a Matteo, davanti agli inquirenti.

I contenuti della deposizione di Romano, quantomeno per i fatti attinenti alla sera dell’omicidio, sembrerebbero corrispondere a quanto realmente accaduto. Anche dalle immagini, infatti, si evince come a sparare sia stato Matteo Romano; tuttavia, il video mostra che l’uomo non fosse da subito in possesso dell’arma, ma che quest’ultima gli sia stata passata da uno dei suoi parenti.

PARENTI “ILLUSTRI”

Ad occuparsi della vicenda legata all’omicidio di Emanuele Burgio è la Direzione Distrettuale Antimafia. Nonostante la deposizione di Domenico Romano e i video delle telecamere, infatti, va considerato anche che la vittima è figlio di Filippo Burgio, condannato diversi anni fa per mafia. Inoltre lo stesso Emanuele Burgio ha già avuto un capo di imputazione per droga quattro anni fa.

A loro volta i Romano sono parenti stretti di Davide Romano, ex boss del Borgo trovato senza vita dentro il bagagliaio di un’auto nella zona di corso Calatafimi dieci anni fa, nonché di Giovan Battista Romano, altro boss sciolto nell’acido nel 1995.

Tuttavia , al momento, si esclude che l’omicidio di Emanuele Burgio sia connesso a implicazioni legate a mafia o affari “sporchi”.