Omicidio Celesia, il questore vieta funerali e corteo funebre: “Mio figlio non era un mafioso”
La decisione del questore per “motivi di ordine pubblico”. La famiglia e gli amici potranno salutare il giovane nella chiesa di Sant’Orsola
Mentre al Cep, il quartiere dove vive la famiglia di Rosolino Celesia si stava preparando il funerale per dare l’ultimo saluto all’ex calciatore ucciso con due colpi di pistola, è arrivata la notizia che il questore di Palermo Maurizio Calvino aveva vietato la celebrazione delle esequie nella chiesa del quartiere, ed anche il corteo funebre. “Per motivi di ordine pubblico”, questa la motivazione. Il 27 dicembre la famiglia e gli amici potranno salutare il giovane, morto a 22 anni, alle 8 del mattino nella chiesa di Sant’Orsola. Una decisione questa che la famiglia Celesia non ha accettata di buon grado. Il papà non si dà pace. Come scrive Repubblica ha detto: “Mio figlio non era un mafioso, non aveva precedenti, è stato ammazzato in una discoteca che loro avrebbero dovuto controllare, perché adesso mi fanno questo?”.
“Vogliamo solo salutare Lino nel suo quartiere, dove ha sempre vissuto”
Rammaricato ha continuato, affermando: “La colpa di quello che è successo è in parte anche mia, perché non c’ero quando lui ha mollato il calcio, ha conosciuto la movida, si è perso per quelle strade lì”. Ed ha detto inoltre: “Se hanno timore di qualcosa mandassero le volanti, ma anche i carabinieri, la finanza, tutti. Vogliamo solo salutare Lino nel suo quartiere, dove ha sempre vissuto, nella sua chiesa. Anche calcisticamente è nato lì, in quell’oratorio sono venuti a prenderselo”. Infine ha auspicato che le esequie potessero avere luogo al Cep, spiegando: “Che si faccia il funerale qui può essere anche un messaggio per i ragazzi del quartiere, per ricordare a tutti loro che non si può morire così. E che a casa hanno genitori che poi li piangono. E non è possibile, perché sono i figli che devono piangere padri e madri, non viceversa”.