Dall'Italia

Omicidio vicebrigadiere Cerciello: massima pena per i due ragazzi americani

La Prima Corte d’Assise di Roma in relazione all’omicidio del vicebrigadiere dei carabinieri Mario Cerciello Rega, dopo oltre 13 ore di camera di consiglio, ha condannato all’ergastolo Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjorth. Sono i due ragazzi americani che, in cerca di droga a Trastevere, avevano rubato lo zaino del facilitatore dei pusher Sergio Brugiatelli. Da questo episodio era nata la “trattativa” per la restituzione della borsa. Culminata con le 11 coltellate inferte da Elder a Cerciello, che era intervenuto con il collega Andrea Varriale per recuperarla. Il rappresentante dell’accusa, nel ricostruire le fasi della drammatica colluttazione, aveva spiegato che «i carabinieri si sono qualificati. Hanno mostrato il tesserino ed erano in servizio e si sono avvicinati frontalmente, non alle spalle. Cerciello non è stato ammazzato con una coltellata ma con undici fendenti in meno di trenta secondi».

IL DOLORE DELLA MOGLIE

Rosa Maria Esilio, la vedova di Mario Cerciello Rega, ha commentato in lacrime la sentenza: «È stato un lungo e doloroso processo. Questo non mi riporterà Mario. Non lo riporterà in vita, non ci ridarà la nostra vita insieme. Oggi è stata messa la prima pietra per una giustizia nuova. L’integrità di Mario è stata dimostrata nonostante da morto abbia dovuto subire tante insinuazioni».
La donna ha seguito le varie fasi del processo e atteso il verdetto in aula, svolto in oltre 50 udienze, in cui sono stati ascoltati periti, testimoni e gli stessi imputati. Un percorso giudiziario a tappe forzate, udienze si sono svolte anche durante il primo lockdown, in cui è stata di fatto “sezionata” sotto ogni profilo la drammatica notte di due anni fa.

L’AVVOCATO DI UNO DEI RAGAZZI

 «Questa sentenza ─ ha affermato  l’avvocato difensore di Finnegan Lee Elder ─ rappresenta una vergogna per l’Italia. Con dei giudici che non vogliono vedere quello che emerso durante le indagini e il processo. Non ho mai visto una cosa così indegna. Faremo appello: qui c’è un ragazzo di 19 anni che è stato aggredito. Abbiamo assistito al solito tandem di procure e giudici”.

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Pippo Maniscalco