Omicidio di via Roma, un fotogramma inchioderebbe il killer: per gli inquirenti immortala il suo volto
I carabinieri hanno comparato l’immagine ripresa in un fotogramma con la foto segnaletica scattata il 5 novembre
Il procuratore aggiunto Ennio Petrigni e il sostituto Vincenzo Amico sono convinti che in un fotogramma estratto dal video delle telecamere di sicurezza di un albergo all’angolo tra via Mariano Stabile e via Roma, ci sia il volto del sospettato Aly Elabed Baguera, ripreso mentre stava rientrando a casa, in via Benedetto Gravina. Il cameriere tunisino è accusato di avere ucciso Badr Boudjemai, il collega algerino di 41 anni, morto lo scorso venerdì notte in via Roma dopo tre colpi di pistola. I carabinieri hanno comparato l’immagine ripresa in questo fotogramma con la foto segnaletica scattata il 5 novembre in caserma e sarebbero arrivati alla conclusione che quello ritratto sarebbe l’autore del reato. Lo hanno individuato per via del giubbotto indossato e per la ricostruzione del tragitto di ritorno.
Il killer indossava un giubbotto con il cappuccio ornato di pelo
Nella sua ordinanza che ha convalidato l’arresto dell’indiziato, il gip Angela Lo Piparo ha scritto, come si legge sul Giornale di Sicilia: “Le immagini di video-sorveglianza permettono di ricostruire, anche grazie all’inconfondibile giubbotto con il cappuccio ornato di pelo dissonante con il clima inusuale in questa stagione, il tragitto dell’indagato, fino al momento in cui, raggiunta la vittima, le si avvicina in modo fulmineo esplodendo i colpi che la facevano accasciare a terra. Una scena che lascia senza fiato per l’incredibile freddezza e rapidità di tutta l’azione che si svolge senza alcuna esitazione da parte dell’esecutore materiale che, con una spregiudicata lucidità e precisione, conosceva evidentemente bene le abitudini della vittima”.
Il concreto pericolo di fuga e i dissapori fra colleghi
La decisione di arrestare Baguera si è resa necessaria, oltre che per il fotogramma, perché ci sarebbe stato il concreto pericolo di fuga. Alcuni parenti del cameriere tunisino infatti vivono in Francia e in Tunisia, e al momento della perquisizione nella casa dell’indiziato è stato ritrovato un borsone pieno di vestiti e il passaporto all’interno di una tasca. Agli atti dell’inchiesta ci sono pure le dichiarazioni della cognata della vittima. La donna affermato che nei mesi scorsi c’era stata una lite tra l’algerino e Badr, che, come lui, faceva il ‘buttadentro’ nel locale adiacente. Per questo sarebbero evidenti i dissapori per accaparrarsi i clienti, al punto che per gli inquirenti sarebbe stato questo il movente dell’esecuzione.
Il giudice Lo Piparo ha scritto: “I motivi della spregiudicata e violentissima azione criminale sono senz’altro futili, anche se il movente sarà indubbiamente meritevole di ulteriori approfondimenti investigativi, atteso che vi sono gravi indizi di una evidentissima sproporzione tra esso, cioè i contrasti per l’accaparramento della clientela e il delitto”.
Foto: frame video TGR
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Omicidio Badr Boudjemai, convalidato l’arresto del cameriere tunisino