Continuano le indagini sull’omicidio di Giancarlo Romano, il 37enne ritenuto figura di spicco della famiglia mafiosa di corso dei Mille ucciso, lo scorso 26 febbraio, a seguito di una sparatoria in via XXVII Maggio, allo Sperone. Secondo quanto ricostruito al momento dalle indagini, dietro all’uccisione ci sarebbe uno scontro sulla gestione di affari illeciti: Alessio Caruso, rimasto ferito nella sparatoria, è in stato di fermo così come Camillo e Antonio Mira, padre e figlio, residenti proprio nella via nella quale si è consumato l’omicidio.
Circa 30 minuti prima di quel momento, un altro scontro a fuoco si era verificato proprio in corso dei Mille: il sistema di video sorveglianza installato vicino a un’agenzia di scommesse ha ripreso quegli istanti nel dettaglio, fornendo utili informazioni al vaglio degli inquirenti.
Motivo della faida che ha portato allo scontro a fuoco sarebbe stato il mancato pagamento del pizzo da parte dei Mira per l’attività sulle puntate sportive clandestine. Per tale motivo, lo scorso 26 febbraio uno dei figli di Camillo Mira, Pietro, sarebbe stato picchiato. Da lì la ricerca di vendetta da parte del padre. I fotogrammi mostrano scene quasi da film: alle 17.53 in corso dei Mille arriva la Jeep Compass da cui scendono Antonio e Camillo Mira. Quest’ultimo ha la mano destra dietro la schiena, si ritiene per nascondere una pistola. Caruso è fermo davanti alla porta e, capendo probabilmente l’antifona, precede il rivale sparandogli. Poi fugge, ferito dai colpi sparati contro di lui.
Alle 18.03 è a bordo di uno scooter davanti alla rivendita di tabacchi di Romano. Con quest’ultimo, a bordo di una moto, si dirige in via XXVII Maggio. Qui Romano perde la vita all’incirca verso le 18.20. La pistola non è stata trovata, ma si ritiene che a sparare sia stato Camillo Mira. Anche Caruso viene colpito: trasportato in ospedale, sarà operato all’addome. Le perquisizioni a carico dei Mira hanno permesso di ritrovare in un borsello le chiavi della Jeep e quasi 1.500 euro in contanti.
Quando le forze dell’ordine hanno fermato Camillo Mira nel suo appartamento, verso le 21.40, l’uomo presentava una ferita d’arma da fuoco alla gamba sinistra e un’altra al pollice della mano sinistra.