Omicidio in discoteca, possibile svolta: “La pistola era in mano al maggiorenne”

Il fratello 22enne del minore che ha confessato l’omicidio, ripreso  con l’arma in pugno da una telecamera del Not3

Per quanto riguarda l’omicidio del 22enne Rosolino Celesia, avvenuto mercoledì notte alla discoteca Notr3, gli inquirenti hanno la confessione di M.O, un ragazzo di 17 anni, che ha ammesso di aver sparato almeno due volte contro Celesia, a pochi centimetri di distanza.  Un omicidio che sarebbe avvenuto dopo una rissa che pare sia scoppiata per futili motivi. Ma i carabinieri dispongono anche di alcuni video riferiti a quei concitati momenti. In queste riprese ci potrebbero essere tanti indizi utili a chiarire la dinamica dell’omicidio. In uno si sentono gli spari, in un altro si vedono dei ragazzi spostare il corpo della vittima, en un terzo riprende l’arrivo dell’ambulanza chiamata dagli amici di Celesia.

Fra queste immagini, come scrive oggi il Giornale di Sicilia, ci sono alcuni fotogrammi che mostrerebbero G. 0., 22 anni, il fratello maggiore del minorenne M., pochi secondi dopo che Rosolino Celesia era stato ferito a morte. L’uomo è ripreso fuori dalla discoteca Notr3 di via Pasquale Calvi, ed in mano avrebbe avuto una pistola.

Ancora è da capire chi abbia realmente sparato ed ucciso Celesia

Questo potrebbe chiarire uno degli aspetti oscuri della vicenda. Perché, di fatto, attualmente le indagini della Squadra mobile hanno consentito di ricostruire un quadro che ha portato all’emissione dei due decreti di fermo. Uno, a carico di G., il fratello maggiorenne,  detenzione illegale di arma.  L’altro, per il diciassettenne M.O., dal procuratore per i minori, Claudia Caramanna, con l’accusa  di omicidio volontario e detenzione illegale di arma. Ma il frame del video registrato dalle telecamere di videosorveglianza della zona del locale notturno, che ha ripreso i momenti successivi all’omicidio, racconta un particolare che potrebbe essere la svolta delle indagini. Proprio quell’immagine dove si vede una pistola in mano al fratello maggiore ha consentito di accusarlo di detenzione e porto abusivo di arma.

La confessione del minore ha fatto scattare per lui l’accusa di omicidio. Ma gli accertamenti della polizia Scientifica devono trovare i riscontri alle parole del minorenne che si è autoaccusato del delitto. E quindi capire se la sua assunzione di responsabilità  non sia solo un espediente per evitare la massima pena al fratello  maggiorenne, che, invece, è esclusa per i minori.

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