Fermato dagli agenti prima che partisse all’Estero. La Polizia di Stato, segnatamente la Squadra Mobile di Palermo e in collaborazione con l’omologo Ufficio di Lucca, ha tratto in arrestato il sospettato dell’omicidio di via Maqueda ai danni di un giovane tunisino. Il cittadino di origine somala, classe ’96, è ritenuto responsabile di omicidio aggravato dall’utilizzo di un’arma.
L’attività investigativa muove dall’episodio avvenuto a Palermo lo scorso 4 luglio, quando, al culmine di una violenta lite nei pressi del civico 40 di via Maqueda, per motivi legati presumibilmente a debiti legati allo spaccio di sostanze stupefacenti, l’indagato colpiva al capo con un tirapugni il ragazzo tunisino, il quale cadeva per terra battendo violentemente la testa. Immediatamente soccorso da personale del 118 intervenuto, il ferito veniva trasportato in codice rosso presso il pronto soccorso dell’Ospedale Policlinico di Palermo, dove è poi deceduto il 16 luglio a seguito di un aggravarsi delle condizioni cliniche.
Le prime attività d’indagine condotte dalla Squadra Mobile di Palermo, basate sull’analisi delle immagini tratte dai vari impianti di videosorveglianza e sull’escussione dei numerosi testimoni, consentivano di identificare rapidamente il presunto autore dell’aggressione, che nel frattempo si era dato alla fuga. I primi risultati delle indagini hanno permesso di accertare che il cittadino somalo, qualche giorno dopo l’aggressione, si era rifugiato presso il comune di Agrigento.
Il 14 luglio, l’utenza del sospettato veniva agganciata a Roma, nei pressi della Stazione ferroviaria “Tiburtina”. Avendo i poliziotti fondato motivo di ritenere che il fermando potesse viaggiare a bordo di un pullman attivo nel servizio di collegamento tra Italia e Francia, con tappa intermedia a Lucca, veniva organizzato in tempi rapidissimi un servizio di polizia giudiziaria, in collaborazione con la locale Squadra Mobile. L’attività consentiva di rintracciare l’indagato in quel centro cittadino, a bordo proprio di quel pullman con destinazione finale Grenoble.
Al termine degli adempimenti di rito, il giovane è stato dunque associato presso la Casa Circondariale di Lucca, a disposizione dell’A.G. procedente. Al termine dell’udienza di convalida il G.I.P. di Lucca – città in cui si trovava al momento del fermo – ha emesso un’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere per omicidio preterintenzionale.