Omicidio La Duca, la vittima forse temeva qualcosa: “Hanno ucciso i miei cani, il prossimo sarò io”

Mentre Luana Cammalleri e Pietro Ferrara si sono avvalsi della facoltà di non rispondere, emergono nuovi particolari e intercettazioni telefoniche tra i due

la duca

Emergono nuovi particolari sull’omicidio del 38enne agricoltore di Cerda, Carlo Domenico La Duca. Durante l’interrogatorio di garanzia, in carcere, la moglie di La Duca, Luana Cammalleri, e il complice dell’omicidio, Pietro Ferrara, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.  La vittima era uscita in auto, il 31 gennaio 2019, per andare a trovare Cettina, la sua nuova compagna, che vive a Cinisi. Nel tragitto si era fermato a Ciaculli, per fare visita all’amico fraterno Pietro Ferrara, che proprio li lo avrebbe ucciso insieme a Luana.

In queste ore i Carabinieri stanno setacciando i terreni di proprietà di Ferrara, per cercare di trovare il corpo di Carlo La Duca, disperso da oltre tre anni. «Il movente dell’omicidio emerge con disarmante nitidezza – la descrizione del Gip di Palermo Marco Gaeta-.  Un coacervo di interessi personali, familiari ed economici avevano reso per Ferrara e per la Cammalleri la morte del La Duca a un evento che avrebbe semplificato enormemente il loro progetto di futuro insieme».

Dalle parole della signora Concetta, madre della vittima, tratte dal programma tv “Ore 14”, pare che il figlio temesse già qualcosa un mese prima della sua scomparsa. «L’8 dicembre 2018, al nostro ritorno dopo due giorni di assenza da casa, il nostro primo pensiero è stato dare da mangiare ai nostri quattro cani. Mio figlio ha chiamato i cani ma erano spariti. Ha fatto un bel percorso a piedi e non li ha trovati. Successivamente li abbiamo trovati morti, dentro dei sacchi. E mio figlio quando ha visto i cani morti ha detto “il prossimo sarò io”.» Il racconto della madre di Carlo La Duca non lascerebbe dubbi sul fatto che la vittima sapesse già di essere in pericolo. Tuttavia vi potrebbe essere, oltre alla pista che porta a Luana e Pietro, un timore di ritorsioni da parte di altre persone.

“VENERDÌ MI È CROLLATO IL MONDO ADDOSSO”

La madre della vittima, poi, racconta quanto accaduto nella mattinata di venerdì scorso, 18 marzo, quando sono finiti in manette Luana Cammalleri e Pietro Ferrara per l’omicidio di Carlo La Duca. «Alle sette mi squilla il telefono, pensavo fossero notizie di mio figlio, e mi sono recata in caserma. Li ho trovato i miei nipoti che mi hanno detto: “Nonna, dobbiamo venire da te ora”. Dopo il maresciallo mi ha riferito: “Signora, non abbiamo trovato suo figlio ma abbiamo arrestato sua nuora. Mi è crollato il mondo addosso, e ho solamente pensato che giustizia era stata fatta”.

La signora Concetta è del parere che una separazione ufficiale tra Luana e Carlo avrebbe preoccupato la donna a livello economico, dal momento che sarebbe rimasta priva dei beni che appartenevano al marito. «La prima udienza della separazione sarebbe stata a marzo, e mio figlio è scomparso il 31 gennaio. Carlo voleva bene Pietro come un fratello, gli confidava tutto, e lui l’ha tradito. Quando mio figlio è scomparso hanno preso loro le redini della campagna. Evidentemente sapevano che Carlo non sarebbe tornato.  Prego il signore che mi restituisca mio figlio, non meritava tutto questo. Anche se penso che mio sia stato ucciso quella mattina.»

OMICIDIO LA DUCA: LE MINACCE ALLA SUOCERA E I CELLULARI SOTTO CONTROLLO

La Duca era scomparso il giorno dopo l’udienza per minacce a carico di Luana Cammalleri proprio da parte della suocera. «Ero andata a prendere il telefono per chiamare mia sorella – racconta la madre della vittima – lei ha preso il filo del telefono e me lo ha messo intorno al collo. Pensava stessi chiamando suo padre per denunciare il suo comportamento. Le ho detto “che stai facendo, sei pazza”? e mi ha risposto “non ti preoccupare, morirai nelle mie mani”. 

Intanto emergono anche alcune intercettazioni telefoniche tra Luana Cammalleri e Pietro Ferrara. «Anche a casa tu avrai microspie ovunque, quindi quando magari ci sentiamo accendi lo stereo, quello che c…vuoi e ti vai a infilare in un buco. E spegni prima di partire da casa, spegni il telefono». Così i due, temendo di essere intercettati, alzavano il volume della musica quando si trovavano a parlare in auto. Inoltre Pietro Ferrara aveva anche una microspia in macchina. L’aveva trovata qualche mese dopo la scomparsa di La Duca, pensando però che fosse stata la vittima a metterla, prima di morire. «Se fossero stati gli sbirri – dice Pietro Ferrara a Luana Cammalleri – a quest’ora avresti le manette».

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