Omicidio La Rosa davanti a una discoteca, condannato per rissa un giovane
Per la morte del giovane è stato condannato a marzo Pietro Alberto Mulè
Una nuova condanna per l’omicidio di Paolo La Rosa, il giovane di 21 anni ucciso a coltellate nel febbraio 2020 davanti una discoteca a Terrasini: si tratta di Rosario Namio, 22 anni di Cinisi condannato in appello a sei mesi per rissa. In primo grado il giovane era stato assolto.
La Corte di Appello ha dato ragione alla parte civile che grazie a un video e un nuovo testimone ha dimostrato di come Namio abbia dato calci e pugni a La Rosa mentre quest’ultimo veniva accoltellato da Pietro Alberto Mulè, condannato a 16 anni. Nelle immagini di videosorveglianza si vede che il ventunenne insieme al cugino di Mulè, Filippo, colpisce la vittima mentre si trova a terra. A confermare quanto accaduto un ragazzo che ha testimoniato nel corso del processo e che era presente la sera del fattaccio.
Parte civile nel processo sono padre, madre e gli zii di Paolo, il Comune di Cinisi e di Terrasini. Gli avvocati Antonio Palazzotto, Salvatore Palazzolo e Michele Palazzolo assistono la famiglia La Rosa.
SODDISFATTA LA FAMIGLIA LA ROSA
“Soddisfatta dall’esito del processo” la famiglia della giovane vittima. “Rosario Namio è colpevole – si legge in una nota -. E così finirà di andare in giro a dire che lui, che ha dato calci e pugni a Paolo morente già a terra, e che poi ha accompagnato l’assassino e il suo degno compare, prima a lavarsi il sangue di dosso e poi a nascondersi come topi di fogna, per andare poi a letto come nulla fosse, è innocente! Perché chi fa questo è un indegno e, sicuramente, è colpevole!”.
Adesso per Alberto Mulè si attende l’esito dell’appello del Pubblico Ministero per l’aggravante dei futili motivi mentre per il cugino Filippo a settembre è prevista l’udienza preliminare.