Svolta nelle indagini sull’omicidio di Mattia Caruso, 30enne ucciso nella notte tra domenica e lunedì a Montegrotto Terme (Padova). Il racconto della fidanzata, Valentina Boscaro, 31 anni, non aveva convinto il pm Roberto Piccione, che aveva notato incongruenze e lacune. Poi la confessione: “Abbiamo litigato, eravamo in auto. Lui era fatto di cocaina. Mi ha aggredito come aveva già fatto in passato. Ho perso la testa, ho afferrato il coltello che teneva in auto e l’ho pugnalato al petto. Ma non volevo ucciderlo”.
Così avrebbe ammesso infine la ragazza, che avrebbe quindi colpito l’uomo al cuore con un coltello a serramanico nel parcheggio della discoteca dove avevano passato la serata.
Valentina Boscaro aveva inizialmente raccontato agli investigatori di essere salita in auto col fidanzato dopo una serata in discoteca. Solo a quel punto si sarebbe accorta della ferita al torace di Mattia. A causarla, sarebbe stato un ragazzo di colore con il cappuccio.
Tuttavia, le immagini restituite dalle telecamere di sorveglianza al di fuori del locale non avvaloravano il racconto, anzi. La coppia era da sola e non si sono rinvenute tracce di sangue nel parcheggio, ma solo nell’auto della vittima.
Messa alle strette dalle domande del pm, alla fine Valentina Boscaro ha confessato. Ora dovrà rispondere di omicidio volontario; ad assisterla sono gli avvocati Nicola Guerra e Francesco Cibotto. Il magistrato ha intanto stabilito per lei gli arresti domiciliari, dal momento che risulta incensurata e ha una figlia, in affidamento al padre.
Da alcune testimonianze emergono, intanto, i particolari della relazione tra Mattia e Valentina. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, i due si erano conosciuti durante un mercatino due anni fa. Lui venditore ambulante di dolciumi, lei di vestiti.
Una storia burrascosa che non piaceva alla famiglia di Mattia, che aveva precedenti per rissa e droga. “Da poco aveva cominciato a vivere con lei e aveva lasciato la casa dei miei genitori, eravamo un po’ preoccupati per lui. Era innamoratissimo di quella ragazza un po’ complicata, si lasciavano e si riprendevano in continuazione. Era un rapporto tormentato”. Così ha raccontato Melinda Caruso, sorella maggiore del 30enne ucciso, al Corriere del Veneto.
A delineare il quadro arrivano anche le parole di Mihail, migliore amico di Mattia. “Gli avevo detto mille volte di lasciarla – ha dichiarato una intervista al Corriere della Sera-. Non riusciva a staccarsi da lei. Li ho visti a cena martedì della settimana scorsa, era impossibile stare vicino a entrambi, litigavano continuamente”.
“Lei lo faceva impazzire, lei dice che lui la picchiava? Tutte bugie, era lei che lo prendeva a pugni, è venuto a casa mia tante volte con un occhio nero perché lei lo pestava. Certo Mattia ogni tanto si difendeva, ma non alzava le mani, le prendeva e basta”. Così ha raccontato il ragazzo al Corriere della Sera.
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