Sono passati più di trent’anni dall’uccisione dell’agente di polizia Nino Agostino e della moglie Ida Castelluccio, incinta. Ad assassinarli, il 5 agosto del 1989 a Villagrazia di Carini, era stato un commando mafioso. Oggi i giudici della Corte di assise di Palermo, presieduta da Sergio Gulotta, hanno condannato Gaetano Scotto all’ergastolo per quell’omicidio. La sentenza è stata pronunciata nell’aula bunker del carcere Pagliarelli di Palermo.
Il padre dell’agente, Vincenzo Agostino, dal giorno di quel terribile agguato non tagliò più la barba in segno di protesta. Attendeva giustizia per il figlio, la nuora e il nipotino brutalmente uccisi. È morto lo scorso aprile, in attesa di conoscere la sentenza. La moglie, Augusta, era morta invece cinque anni prima. Oggi in aula erano presenti i parenti delle vittime, tra cui la sorella di Nino, Flora, e suo figlio Nino Morana. Alla lettura della sentenza anche i giovani di Libera e Don Ciotti.
Il processo è stato celebrato con il rito ordinario. Assolto dall’accusa di favoreggiamento Francesco Paolo Rizzuto, amico dell’agente. L’accusa, rappresentata dalla pg Lia Sava e dai sostituti Domenico Gozzo e Umberto De Giglio, aveva chiesto al termine della requisitoria la condanna all’ergastolo per Scotto e l’assoluzione per Rizzuto.
La Corte di assise ha deciso anche l’interdizione dai pubblici uffici per Scotto e la condanna, oltre al risarcimento alle parti civili, di una provvisionale in favore dei familiari di Nino Agostino e Ida Castelluccio.
Per il duplice omicidio, la Corte d’assise d’appello di Palermo nel 2023 aveva confermato la condanna all’ergastolo del boss mafioso palermitano Antonino Madonia. I giudici, in parziale riforma del primo verdetto, emesso in abbreviato, avevano escluso la circostanza aggravante della premeditazione nell’assassinio della donna.