Omicidio Paolo La Rosa, pena più pesante in appello: “Ci furono futili motivi”
Pena più pesante per l’omicidio di Paolo La Rosa, il giovane di 21 anni ucciso a coltellate nel febbraio 2020 davanti a una discoteca di Terrasini al culmine di una rissa.
Pietro Alberto Mulè è stato condannato in appello a 23 anni, 6 mesi e 24 giorni contro i 16 del primo grado. Riconosciuta all’imputato l’aggravante dei futili motivi con il relativo aumento di pena per l’assassino di 7 anni e mezzo.
Paolo La Rosa, quella sera di febbraio, era in discoteca con amici. Secondo i testimoni che hanno assistito al delitto, Pietro Alberto Mulè, all’epoca 20enne, aveva inizialmente litigato all’interno del locale con un buttafuori. Quando stava per andare via, iniziò ad attaccar briga con il ragazzo con il quale aveva già dei contrasti. I motivi erano legati al fatto che alla vittima non piaceva la frequentazione sentimentale tra la sorella e Filippo Mulè, cugino di Pietro Alberto. Paolo fu colpito da diverse coltellate al collo e al torace che non gli lasciarono scampo.