Sono trascorsi 26 anni da uno degli omicidi più brutali compiuti dalla mafia: il delitto del piccolo Giuseppe Di Matteo. Figlio del pentito Santino Di Matteo, il piccolo Giuseppe venne rapito a 12 anni e ucciso a San Giuseppe Jato l’11 gennaio 1996. Dopo 25 mesi di prigionia, il bambino venne sciolto nell’acido. A distanza di anni, il terribile delitto resta una ferita ancora aperta. San Giuseppe Jato oggi lo ricorda con l’inaugurazione di un progetto per realizzare un Parco urbano a memoria di Giuseppe Di Matteo.
La Commissione straordinaria del Comune di San Giuseppe Jato, l’associazione Libera, il Gruppo archeologico Valle dello Jato e le scuole del luogo hanno organizzato oggi iniziative per ricordare l’orribile delitto. Alle 9,30 nel Giardino della memoria in contrada Giambascio è avvenuta la piantumazione di alcuni alberi. Subito dopo, alla Casa del Fanciullo, sede dell’amministrazione comunale, si è svolta la presentazione del progetto del “Parco urbano Giuseppe Di Matteo”, che sarà realizzato in terreni confiscati alla criminalità organizzata. Verrà utilizzata parte dei fondi assegnati dal Ministero dell’Interno.
Al termine, scoperta, in piazza Falcone e Borsellino, una mattonella in ceramica realizzata grazie al progetto curato dal presidio di Libera Valle Jato. Sarà formalizzata l’accettazione della donazione della statua del piccolo Di Matteo da parte dello zio della giovane vittima. Statua che troverà posto nell’aula consiliare presso la sede comunale Casa del Fanciullo
“Ventisei anni dopo non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo dimenticare Giuseppe Di Matteo che ha mostrato al mondo il vero volto della mafia”. Lo ha postato su Facebook il Presidio Libera Valle Jato “Giuseppe Di Matteo – Mario Nicosia”.
“Un omicidio che ha sconvolto tutto il Paese. Ha aperto gli occhi di molti, smentendo quel falso mito secondo cui ‘la mafia non uccide i bambini’. Il brutale assassinio di Giuseppe Di Matteo è una ferita ancora sanguinante nella storia del nostro paese perché ci ricorda la bestialità mafiosa. Che non dobbiamo mai dimenticare e di come questa abbia distrutto le vite di tante altre famiglie, i cui figli sono stati uccisi dalle mafie. Non dimentichiamoli e portiamo avanti, insieme, il valore della cultura della vita”. Lo ha dichiarato il sindaco metropolitano di Palermo Leoluca Orlando.