Omicidio Sofia Castelli, l’ex fidanzato l’ha uccisa con almeno tre coltellate al viso e al collo
Il 23enne è accusato di omicidio con l’aggravante della premeditazione
Non è stato convalidato il fermo per Zakaria Atqaoui, reo confesso dell’omicidio dell’ex fidanzata Sofia Castelli a Cologno Monzese. Il gip del tribunale di Monza, Elena Sechi, lo ha stabilito perché non sussiste il pericolo di fuga. Per il 23enne italiano di origini marocchine è stata comunque disposta la custodia cautelare in carcere, in seguito ai gravi indizi di colpevolezza emersi nel corso delle indagini.
Il gip ha interrogato il giovane martedì per quasi cinque ore. Il 23enne è accusato di omicidio con l’aggravante della premeditazione. Secondo quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare, Sofia è stata uccisa con almeno tre coltellate al viso e al collo.
Omicidio Sofia Castelli, il racconto di Zakaria Atqaoui
“Sofia dormiva – ha dichiarato Zakaria Atqaoui davanti agli investigatori -. Mi sono scagliato contro di lei, ho sferrato il primo colpo al collo e poi altre due volte. Quando ho preso coscienza di ciò che era successo, ero zuppo di sangue fuori dalla stanza. Mi sono tolto i vestiti. Tremavo. Non mi sentivo bene. Sono andato in sala, ho messo dei vestiti, credo che fossero del padre. Ho messo le scarpe di Sofia”.
Il ragazzo ha spiegato di avere ucciso la giovane nel sonno “perché volevo cogliere sul fatto Riccardo e Sofia”. “Mi sono lasciato con Sofia per colpa di quel ragazzo che avrebbe dovuto incontrare il giorno dopo”, ha spiegato riferendosi alla rottura definitiva loro relazione, avvenuta qualche settimana prima. Sofia Castelli e Zakaria Atqaoui erano stati insieme circa 5 anni.
La dinamica dell’uccisione
Durante il primo interrogatorio, il ragazzo aveva ammesso di essere “geloso” e di aver pensato che Sofia, dopo la serata in discoteca, sarebbe potuta tornare a casa “con un altro”. Si è poi reso conto che la giovane era in compagnia solo di un’amica ma averla sentita parlare “di ragazzi” lo avrebbe fatto “arrabbiare”. Da qui, dunque, la decisione di accoltellarla nel sonno.
Rubato un mazzo di chiavi e nascosto nell’armadio della camera da letto della ragazza, il 23enne è poi passato all’azione. “Era andato in cucina, aveva preso un primo coltello e lo aveva scartato mettendolo all’interno dell’armadio, perché aveva la punta smussata e la lama seghettata e aveva pensato che non sarebbe stato adatto”, si legge nell’ordinanza. “Era tornato in cucina e ne aveva preso un altro, con il quale aveva accoltellato Sofia, che in quel momento dormiva, colpendola più volte”.
Stando alla confessione, l’omicidio sarebbe avvenuto tra le 6:30 e le 7 del mattino. In casa sono stati trovati tre coltelli in tutto: uno sul letto, sotto il corpo della vittima, uno nell’armadio e uno nel lavandino di cucina. Trovati anche i vestiti di lui sporchi di sangue.
Secondo quanto emerso dalle indagini e dagli interrogatori, inoltre, Sofia potrebbe aver tentato una debole difesa. Il 23enne “sostiene di aver colpito la vittima mentre era ancora addormentata – si legge ancora nell’ordinanza – e conseguentemente, se reazione c’è stata (come verosimilmente desumibile dalle condizioni della stanza), questa è stata piuttosto debole e ha impedito a Sofia persino di gridare per chiedere aiuto”. Il giovane presentava inoltre alcuni graffi sul viso che non ha saputo spiegare.
Ruba le chiavi di casa dell’ex, si nasconde nell’armadio e la uccide nel sonno