Annalisa Rizzo, 43 anni e Vincenzo Carnicelli, 63, avevano deciso di divorziare: probabilmente lei, la moglie, uccisa dal marito ieri mattina nell’abitazione di famiglia, era molto più convinta del consorte di chiudere quella relazione. I due erano in fase di separazione ed è ipotizzabile che prima di morire hanno discusso proprio di questo prima di morire. Forse Vincenzo sperava che si trattasse solo di un periodo difficile e, anche se appoggiava la scelta della moglie, pensava che la relazione potesse continuare. Secondo la ricostruzione dei carabinieri della compagnia di Agropoli, intorno alle 8 di lunedì 22 gennaio, l’uomo avrebbe iniziato una discussione dai toni molto forti con la moglie. Una lite iniziata nel soggiorno e poi spostatasi in camera da letto, al secondo piano della palazzina nel centro cittadino di Agropoli.
Dalla violenza verbale a quella fisica, con urla e spintoni testimoniati dai graffi rinvenuti sul corpo di lui, segno probabile di una difesa da parte della donna. Gli investigatori pensano che al culmine dello scontro il 63enne ha afferrato un coltello, probabilmente recuperato in cucina, e ha colpito più volte la moglie. Uccidendola. Poi si è tolto la vita con lo stesso coltello. La figlia 13enne dormiva nella sua cameretta, probabilmente ha anche sentito la vivace discussione fra i suoi genitori, ma non avrebbe dato peso a quelle urla diventate per lei una brutta consuetudine.
O forse la ragazzina dormiva, ed è stata svegliata dalla nonna, precipitatasi a casa della figlia quando non ha ricevuto l’abituale telefonata mattutina. L’anziana donna aveva provato a chiamarla, ma lei non rispondeva al telefono. Eppure, alle otto, doveva essere già in viaggio verso Vallo della Lucania per andare in banca. I genitori di Annalisa, che non hanno mai accettato la differenza di età fra la figlia ed il marito, oltremodo allarmati , si sono precipitati a casa sua, e hanno trovato lei ed il marito morti. Il padre, Luciano Rizzo, dopo la scoperta della tragedia ha ripetuto più volte, disperato: “Lo dicevo sempre a mia figlia: lascialo, lascialo, lascialo… Lascia quel vecchio”.