Opera Pia Ruffini: nessuna intenzione di pagare o reintegrare i dipendenti
Dopo un anno dalla sentenza, i dipendenti non hanno ricevuto alcun pagamento e nessuna proposta lavorativa da parte della Opcer.
“Siamo ancora fermi al palo, a distanza di un anno dalla sentenza che condanna l‘Opera Pia Cardinale Ruffini al reintegro del personale per l’illegittimità del licenziamento collettivo.” E’ questo l’aggiornamento degli ex lavoratori, a distanza di un anno dalla sentenza. Quest’ultima condanna l’ente, presieduto dall’Arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice (Opcer), a reintegrare una parte dei 42 lavoratori licenziati.
Nessun cambiamento dopo la sentenza: appello al Tribunale e a Lorefice
Dopo un anno, i dipendenti non hanno ricevuto alcun pagamento e nessuna proposta lavorativa da parte della Opcer che, a seguito della sentenza, avrebbe dovuto soddisfare la richiesta dei giudici.
“Nessun movimento, se ne fregano altamente di reintegrarci sul posto di lavoro, ma anche degli altri che hanno optato per l’indennizzo di 15 mensilità che sostituisce la reintegra, come previsto dalla legge; – dichiarano i dipendenti – “Ebbene, tutt’oggi nessuna intenzione da parte del Monsignore Corrado Lorefice e dell’avvocato Alfredo Sigillò, di reintegrare e di pagare quanto previsto dalla Sentenza del mese di agosto 2020; come si fa ad andare avanti così? Perché la giustizia è così lenta?” – si chiedono i nove dipendenti sostenuti dall’avvocato Nadia Spallitta.
“Facciamo appello al Tribunale di Palermo che solleciti i giudici a chiudere questa situazione diventata insostenibile e all’Arcivescovo Lorefice che rispetti la sentenza e i pagamenti che spettano ad ogni ex dipendente. Infine facciamo appello alla giustizia terrena e divina”.
“L’Opcer mette a frutto economico i locali ma non reintegra i 9 lavoratori”
Attualmente i locali dell’Opcer sono utilizzati dall’Istituto Professionale Euroform; ma non sappiamo se sono stati dati in comodato d’uso gratuito o affittati. Difatti l’avvocato Nadia Spallitta che difende i 9 lavoratori dichiara: “L’ente non pubblica bilanci e delibere, quindi non abbiamo contezza sul consiglio di amministrazione; e non abbiamo neanche la certezza che abbiano affittato i locali, ma sarebbe singolare se li avessero donati gratuitamente”.
“Sto procedendo – continua il legale – con un’istanza di accesso ai documenti dell’Opcer; tutto ciò per acquisire i bilanci, dal momento che, nonostante le sentenze a nostro favore, non riusciamo ad ottenere ciò che ci spetta. L’Opcer non ha minimamente preso in considerazione queste sentenze, anzi le ha totalmente disapplicate”.