Operazione Cassandra: spacciate anche banconote false da 20 e 50 euro

Dalle indagini dei carabinieri che hanno portato a termine l’operazione Cassandra vengono fuori particolari che fanno luce sulle attività degli arrestati. Era gradito anche lo spaccio di banconote false

Fra le tante storie che stanno venendo fuori dalle carte dell’operazione Cassandra, è emerso anche un giro di soldi falsi. Tra le estorsioni, il pizzo, le partite di droga e gli interessi politici, fa capolino l’abitudine di alcuni componenti dell’organizzazione a rifilare soldi falsi.

VITTIME TANTI SETTORI COMMERCIALI

Secondo gli inquirenti, alcuni degli indagati nell’operazione Cassandra, per i loro acquisti di qualsiasi genere pagavano con banconote false. Gaetano Billitteri, Claudio Nocilla, Vincenzo Ganci, Fulvio Tutone e Domenico Fuschi pare fossero soliti “appioppare” ai commercianti banconote da 20 e 50 euro totalmente false. Non veniva risparmiato nessun settore commerciale dell’economia di Misilmeri. Pagavano tutto con soldi contraffatti. Dal pane, ai tabacchi, ma anche pesce o carne. Anche acquisti dagli ambulanti del mercatino, l’aperitivo al bar oppure il pieno di benzina.

I BOSS NON GRADIVANO

A quanto pare questo andazzo dava fastidio ai boss, che spesso avrebbero richiamato i protagonisti della “truffa”, per un tipo di attività che a quanto pare non è considerata consona ai comportamenti mafiosi. Nonostante questo “freno”, giravano tanti soldi falsi. Anzi Ganci e Billitteri pare fossero intenzionati ad allargarsi anche a Catania, e che avessero preso contatto con un pregiudicato etneo di nome Tutone. Questo intermediario avrebbe dovuto portare alcuni campioni di banconote ad un “investitore”. Si evince dalle intercettazioni, quando gli indagati parlavano di questo affare indicando la “merce” come magliette, di taglia 20 o 50.